lunedì 28 novembre 2011

Sette anziani tra le vittime dell'infermiere killer

Secondo il gip di Tvoli Angelo Scazzi, in carcere per l'omicidio di una collega, avrebbe ucciso alcuni ospiti di una casa di cura con massicce dosi di insulina

"Grave ipoglicemia determinata dalla somministrazione di farmaci". È questo il filo conduttore che ha guidato gli investigatori dell'Unità delitti insoluti della Squadra Mobile di Roma, diretti da Vittorio Rizzi, a chiudere il cerchio investigativo intorno ad Angelo Stazzi. Per lui il gip del Tribunale di Tivoli, Alfredo Bonagura, ha emesso una ordinanza di custodia cautelare in carcere ritenendolo responsabile della morte di almeno sette anziani ricoverati in una casa di cura all'epoca dei fatti.

INSULINA INVISIBILE ALL'AUTOPSIA Puntava al delitto perfetto Angelo Stazzi, "l'angelo della morte". A quanto accertato dagli investigatori della sezione cold case della Squadra mobile, il 66enne iniettava dosi enormi di insulina a pazienti non diabetici che erano per loro fatali. L'infermiere sapeva che il tasso di glicemia nel sangue non era riscontrabile dopo la morte e quindi non poteva essere accertato neanche con l'autopsia. Ad insospettire gli investigatori, che nel 2009 indagavano sulla scomparsa dell'infermiera del Gemelli Maria Teresa Dell'Unto, sette morti per ipoglicemia in 10 mesi all'interno della clinica dove Stazzi lavorava all'epoca. A incastrarlo, però, il ricovero in ospedale di una delle sue vittime, ricoverata in ospedale dopo essere sopravvissuta a una dose di insulina. Dagli esami è emerso che le aveva somministrato una dose di insulina 50 volte superiore al limite riscontrabile. A quanto accertato, inoltre, l'uomo dava agli anziani, tutti tra i 70 e i 90 anni, psicofarmaci per farli cadere in uno stato di torpore.

IL KIT IN CASA Per gli investigatori non c'è un movente che abbia spinto Stazzi a uccidere, ma si tratta di un killer seriale. L'uomo aveva un rapporto morboso con le vittime, al punto da telefonare più volte in ospedale, se erano ricoverati, presentandosi come medico del Gemelli e chiedendo notizie sulle condizioni. L'infermiere era così ossessionato da esporre in una vetrina della sua abitazione di Montelibretti un kit insulina. L'uomo, quando si era accorto nel 2009, che la dirigenza della struttura si stava iniziando a insospettire si é licenziato dicendo che doveva badare ai nipotini. Il 66enne, invece, si era rivolto a un'altra casa di cura "Villa Gregna" dove però ha destato subito sospetti. Lì, infatti, è stato scoperto per aver subito effettuato ordini di insulina alla farmacia della struttura e bloccato da un'infermiera mentre stava per somministrare una dose fatale di insulina a una paziente.

UCCISO ANCHE UN CAGNOLINO Nella sua "furia omicida" ha ucciso anche il cagnolino di una delle pazienti di Villa Alex con una siringa piccola di insulina. A raccontarlo lo stesso Stazzi in una telefonata alla sua compagna. "Gli ho fatto una siringa piccola perché la grande uccide una persona", le avrebbe raccontato dicendo che l'animale "dava fastidio". In un'altra conversazione si vantava di essere "un medico mancato" e ordinava alla donna, che lavorava come badande, di cambiare farmaci e somministrare all'anziana psicofarmaci




Fonte:iltempo.it

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