BARI – Prescrivevano l’uso dell’ossigeno a pazienti che non ne avevano bisogno dando anche vita a un giro di fatture gonfiate.
Il Nas dei carabinieri di Bari ha notificato questa mattina 47 avvisi di conclusione indagini a 19 medici, per lo più pneumologi, 26 imprenditori e 2 infermieri, accusati di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, alle false fatturazioni e alla truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale nel settore dei gas medicinali. Un danno erariale presunto di 6 milioni di euro.
In tutto sono 13 gli ospedali interessati attraverso personale in servizio al San Paolo di Bari, al Miulli di Acquaviva delle Fonti, al Fallacara di Triggiano, al Maugeri di Triggiano e all’Umberto I di Roma, per citarne alcuni.
Un’indagine avviata nel 2008, coordinata dai sostituti procuratori Ciro Angelillis e Grazia Maria Nanna, dopo la denuncia di due addetti alla consegna a domicilio di bombole di ossigeno licenziati da due note aziende specializzate nella commercializzazione di gas medicali.
La truffa avveniva così: medici e addetti ai reparti ospedalieri (tecnici e infermieri) segnalavano in modo sistematico alle ditte i pazienti in dimissione ricevendone in cambio beni e utilità. Alcuni esami diagnostici, funzionali alla successiva prescrizione di ossigeno terapeutico, venivano addirittura compiuti al domicilio dei pazienti da tecnici delle aziende, anche se i relativi accertamenti risultavano compiuti in ospedale.
E non solo. Veniva infatti prescritto l’uso dell’ossigeno a pazienti che in qualche caso non ne avevano bisogno e la stessa bombola, usata per metà, assegnata a due distinte persone. Di contro, il rimborso alle aziende la Asl lo erogava due volte. Come se ognuno degli “ammalati” esaurisse il contenuto di ciascuna bombola.
Gli uomini del Nas dei carabinieri, coordinati dal capitano Antonio Citarella, hanno poi documentato anche un giro di fatturazioni emesse da ristoratori per far sì che gli informatori farmaceutici, presentando alle aziende le fatture per i rimborsi, avessero il margine per pagare viaggi e regalie ai medici collusi.
Gli investigatori hanno documentato fatture per 24mila euro, pranzi e cene consumati in un’unica struttura da un referente di una delle aziende finite sotto indagine.
Di questa mattina la notifica delle conclusioni delle indagini a medici, infermieri, tecnici, imprenditori, dirigenti di azienda e ristoratori di 7 province del territorio nazionale: Bari, Milano, Torino, Roma, Napoli, Lecce, Rieti
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