giovedì 7 gennaio 2016

Fame nervosa o comfort food

In alcune condizioni di stress, il cibo può diventare un elemento consolatorio o riduttivo della pressione che si vive. Tra i vari cibi comfort, i dolci sono tra i più privilegiati  
La ricerca scientifica ha ormai messo in luce che i regimi alimentari eccessivamente restrittivi, per esempio verso gli zuccheri, possono provocare squilibri nutrizionali e disturbi del comportamento alimentare.
Oggi sono molto in voga le diete per ridurre il proprio peso incentrate sull’esclusione selettiva di quegli alimenti considerati pericolosi. In realtà demonizzare un cibo o l’altro è del tutto inutile se non controproducente: questi alimenti, infatti, per il fatto stesso di essere proibiti, possono diventare irresistibili, portando le persone a cadere nella cosiddetta tentazione, ovvero non solo nel loro consumo, ma addirittura nell’abuso. Ciò è particolarmente vero per il gusto dolce, che registra un elevato gradimento già nei neonati: lo dimostra il fatto che, se proposta loro una soluzione diluita di zucchero, i piccoli reagiscono con una espressione facciale di tranquillità e soddisfazione.
Uno studio statunitense pubblicato su Appetite, riguardante oltre 2.350 donne, fa chiaramente identificare che in donne tra i 18 e 19 anni si riscontrava il ricorso al cosiddetto comfort food in condizioni di rabbia, noia, stress, preoccupazione, così come in altre situazioni emotive negative per il soggetto. Lo studio mette in primo piano che la percezione dello stress in relazione a situazioni critiche risultava minore in chi utilizzava il comfort food, come  a dire mangia che ti passa!
Va perciò riconosciuto un potere rilassante ai cibi dolci. Ma ancora più importante è favorire nelle persone, anche col contributo dei professionisti della salute, la consapevolezza che si possono gestire le situazioni e gli eventi stressanti con altre modalità, senza ricorrere al cibo: la frustrazione o le situazioni di pressing sono parte della vita, meglio trovare gli strumenti dentro di sé piuttosto che attraverso i dolci

fonte:http://www.infermieriperlasalute.it/

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