08 APR - Il Consiglio dei ministri di ieri ha nuovamente approvato, su proposta del ministro Tremonti, il decreto legislativo: Meccanismi sanzionatori e premiali relativi a Regioni, Province e Comuni, nonchè istituzione della Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica, a norma degli articoli 2, 5, 17 e 26 della legge 5 maggio 2009, n. 42.
Il cammino del federalismo fiscale dunque va avanti e vengono previste nuove norme sanzionatorie ma anche premiali per gli amministratori.
“Il decreto – spiega il sito del Governo – mira ad introdurre nel nostro ordinamento una maggiore responsabilizzazione e trasparenza del governo delle autonomie territoriali” in quanto “il Presidente di Regione, il Presidente di Provincia e il Sindaco, in prossimità delle elezioni, dovranno redigere un inventario di fine legislatura/mandato consistente in una rendicontazione certificata e idonea ad informare i cittadini sullo stato di salute degli enti locali coordinati (a partire dalla spesa sanitaria delle Regioni)”.
Qualora i risultati determinati non fossero “in linea con gli obiettivi assegnati, lo schema del decreto – riferisce ancora il sito del Governo – prevede il fallimento politico del Presidente di Regione, di Provincia e del Sindaco, con sanzioni molto pesanti come la decadenza automatica, l’interdizione per dieci anni da qualsiasi carica in enti pubblici, ineleggibilità per dieci anni, la restituzione da parte del partito, lista o coalizione di appartenenza, del 30% del contributo elettorale incassato. Sanzioni altrettanto pesanti sono previste per gli assessori, i direttori generali e amministrativi.
Inoltre, se un Ente fa un ripetuto utilizzo dell’anticipazione di tesoreria; o abbia un disequilibrio consolidato della parte corrente del bilancio e in caso di anomalie nelle modalità di gestione dei servizi per conto di terzi, scatta la verifica ministeriale sulla regolarità della gestione amministrativo-contabile”.
Il provvedimento che ora verrà esaminato dalla conferenza unificata Stato-regioni per poi passare al vaglio della commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale è diviso in due parti. La prima, articoli 1 –7, prevede meccanismi sanzionatori, la seconda, articoli 8 – 12, prevede norme premiali per quegli amministratori che abbiamo rispettato il patto di stabilità interno.
Il documento in sintesi
MECCANISMI SANZIONATORI
Inventario di fine legislatura
Le Regioni che sono sottoposte ad un piano di rientro della spesa sanitaria “sono tenute a redigere
un inventario di fine legislatura” entro e “non oltre venti giorni dal provvedimento di indizione delle elezioni esso deve risultare certificato dagli organi di controllo interno regionale”.
L’inventario è pubblicato sul sito istituzionale della Regione almeno dieci giorni prima delle elezioni. La verifica è effettuata dai Tavoli tecnici deputati alla verifica dell'attuazione dei Piani di rientro. Lo stesso inventario di fine legislatura può essere istituito anche dalle altre Regioni.
Fallimento politico del presidente della giunta regionale
Il dissesto finanziario è considerato grave violazione di legge e il Presidente del Consiglio dei Ministri, sentita la Commissione parlamentare per le questioni regionali e previa delibera del Cdm propone al Presidente della Repubblica “la rimozione del Presidente della Giunta regionale per fallimento nel proprio mandato di amministrazione dell’ente Regione”. Il Presidente rimosso viene così ad essere “interdetto da qualsiasi carica in enti vigilati o partecipati da enti pubblici per un periodo di tempo di dieci anni”.
Questo comporterà anche la decurtazione del 30% del rimborso elettorale per il partito politico, la lista o la coalizione che presentino nuovamente la candidatura del Presidente rimosso qualora non siano decorsi dieci anni dalla rimozione.
Decadenza automatica
Il verificarsi del grave dissesto finanziario determina la decadenza automatica dei “direttori generali, amministrativi e sanitari degli enti del servizio sanitario regionale, nonché dell’assessorato regionale competente di cui sia stata verificata la responsabilità del dissesto”.
Agli stessi è applicata l’interdizione da qualsiasi carica in enti vigilati o partecipati da enti pubblici per un periodo di tempo da sette a dieci anni.
Inventario di fine mandato provinciale e comunale
Come per le regioni anche le province e i comuni che si trovano in situazione di dissesto finanziario sono tenuti a redigere un inventario di fine mandato.
Fallimento politico del presidente di provincia e del sindaco
Anche i sindaci e i presidenti di provincia ritenuti responsabili di dissesti per dieci anni non sono eleggibili alle cariche di “Sindaco, di Presidente di Provincia, di Presidente di Giunta regionale, nonché di membro dei consigli comunali, dei consigli provinciali, delle assemblee e dei consigli regionali, del Parlamento e del Parlamento europeo”.
Mancato rispetto del patto di stabilità interno
A partire dal 2014 la regione, la provincia autonoma e anche l’ente locale inadempiente nei confronti del patto di stabilità interno, l’anno successivo all’inadempienza sono tenuti “a versare all’entrata del bilancio statale l’importo corrispondente alla differenza tra il risultato registrato e l’obiettivo programmatico predeterminato. Per gli enti per i quali il patto di stabilità è riferito al livello della spesa, si assume quale differenza il maggiore degli scostamenti registrati in termini di cassa o di competenza”. Inoltre in caso di mancato versamento “si procede, nei 60 giorni successivi, al recupero di detto scostamento a valere sulle giacenze depositate nei conti aperti presso la tesoreria statale. Trascorso inutilmente il termine perentorio stabilito dalla normativa vigente per la
trasmissione della certificazione da parte dell’ente territoriale, si procede al blocco di
qualsiasi prelievo dai conti della tesoreria statale sino a quando la certificazione non viene
acquisita”.
MECCANISMI PREMIALI
Patto di stabilità interno
Gli enti “virtuosi” che hanno rispettato il patto di stabilità interno “possono, nell’anno successivo a
quello di riferimento, ridurre l’obiettivo del patto stesso di un importo determinato con decreto
del Ministero dell’economia e delle finanze, sentita la Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica”. Il provvedimento considera adempienti le Regioni a statuto ordinario che hanno registrato “un rapporto uguale o inferiore alla media nazionale fra spesa di personale e spesa corrente al netto delle spese per i ripiani dei disavanzi sanitari e del surplus di spesa rispetto agli obiettivi programmati dal patto di stabilità e che hanno rispettato il patto di stabilità interno”.
Contrasto all’evasione fiscale
In una logica di contrasto all’evasione fiscale alle regioni e province che partecipano attivamente all’accertamento fiscale è riconosciuta una quota pari al 50 per cento delle maggiori somme relative a tributi statali riscosse a titolo definitivo, a seguito dell’intervento della Regione o della Provincia che abbia contribuito all’accertamento stesso.

fonte: QS
Nessun commento:
Posta un commento