giovedì 2 giugno 2011

Attese e disagi, Policlinico in rivolta Botte e insulti al Pronto soccorso

VERONA — Una sala piena così che scoppia di gente. Attese fino a otto ore al giorno per i codici bianchi e verdi. Ubriachi, extracomunitari e pazienti psichiatrici che insultano gli infermieri o si menano. Finché non ci scappa l’aggressione fisica, com’è successo a S., operatrice sociosanitaria del Pronto soccorso, morsa da una paziente con gravi problemi psichici. E’ il quadro dipinto dal personale del pronto soccorso del Policlinico di Borgo Roma, martedì in presidio davanti all’ingresso con i delegati sindacali di Usb, che hanno scritto al prefetto dichiarando lo stato di agitazione. Ventitré infermieri e otto operatori, distribuiti su tre turni, a sobbarcarsi una media di 200 persone al giorno. Troppo pochi, soprattutto di notte, quando le infermiere devono portare in giro nei reparti i malati. E pochi di giorno, quando in sala d’attesa piovono decine di persone, ognuna con le proprie magagne e gli infermieri devono farsi carico della prima valutazione sull’urgenza e della prima assistenza. «Non ce la facciamo più, con la gente che abbiamo, a garantire un’assistenza adeguata - si sfoga Mauro Croce, infermiere del Pronto soccorso e delegato del sindacato autonomo Usb -. Siamo quelli che hanno la dotazione organica più bassa del Veneto. E ogni anno, con la chiusura dei piccoli ospedali, aumenta l’utenza. In più c’è l’aggravante del Polo Confortini. Essendo in fase di assestamento, tanti preferiscono venire da noi. Così per i pazienti non urgenti si va dalle 5 alle 8 ore di attesa. Ed è ovvio che poi la tensione si taglia col coltello».
Le aggressioni verbali, riferiscono gli infermieri, sono all’ordine del giorno. Dal «figlio di» per gli uomini alle offese più pesanti per le donne. In più ci sono le aggres- sioni fisiche, «tre o quattro all’anno». Che lasciano il segno. S. da giorni è a casa per infortunio sul lavoro con i postumi psicologici e fisici di quel morso procuratole da una malata psichiatrica, in cura a Borgo Trento. «E’ stata un’esperienza tremenda - racconta lei -. Dovevo farle un prelievo e lei tutto ad un tratto mi ha morsicato al dito. E’ uscito sangue e mi sono spaventata. Ho dovuto ricorrere a una terapia d’urto, perché lei ha una malattia infettiva. Sono stata male e ho vissuto giorni di ansia. Dovremmo essere tutelati». S. sabato riprenderà il lavoro, ma con un forte carico di stress: «Ogni giorno la sala d’aspetto è piena di extracomunitari e ubriachi che ti insultano perché sono lì da ore. Ma i medici sono quelli che sono e i posti letto anche. Ho visto un collega prendersi un pugno, altri mitragliati di parolacce. Così non si può più lavorare ». Servono rinforzi, dicono infermieri e operatori, con le ostetriche che si uniscono al coro e reclamano perché sono in poche. Entro cinque giorni attendono la convocazione del prefetto Perla Stancari: «Da quando c’è il Polo chirurgico, noi di Borgo Roma siamo diventati un ospedale di serie B. Invece siamo un presidio importante per tutta l’area Sud».

Nessun commento:

Posta un commento