mammaria, dopo l'allarme per la pericolosita' delle protesi francesi 'Pip'. Lo afferma Giulio Basoccu, primario di Chirurgia plastica all'Istituto neurotraumatologico italiano (Ini) e membro della Societa' italiana di chirurgia plastica ed estetica (Aicpe).
''Dai contatti registrati in questi giorni dai chirurghi dell'Aicpe su tutto il territorio nazionale - ha sottolineato Basoccu - possiamo dire che una prima stima indica in decine di migliaia le donne che hanno telefonato o contattato i chirurghi presso i quali hanno effettuato un impianto di protesi''. Le donne, afferma l'esperto, ''sono preoccupate e chiedono informazioni sul da farsi; molte non conoscono che tipo di protesie' stata loro impiantata''. Ad ogni modo, Basoccu ribadisce l'invito ad evitare gli allarmismi: ''Non c'e' - rileva - alcuna prova scientifica del nesso tra
protesiPip e insorgenza del cancro al seno''.
Mentre la Gran Bretagna ha sfidato la raccomandazione formale della Francia alle donne di oltre Manica di farsi rimuovere per eccesso di cautela le protesi difettose al silicone che potrebbero provocare il cancro. ''Rispettiamo la decisione francese ma le donne con gli impianti Pip non si devono preoccupare. Non ci sono prove di un legame con il cancro o di un maggio rischio di rottura'', ha detto Sally Davies, il British Chief Medical Officer, l'equivalente nel Regno Unito del Direttore della Sanita'. La Poly Implant Prothèse (PIP), una defunta societa' francese, aveva usato silicone usato per materassi al posto di quello autorizzato dalle autorita' sanitarie per le protesi al seno. Circa 30 mila donne in Francia e oltre 40 mila in Gran Bretagna se le sono fatte impiantare: costavano solo 150 euro, molto meno di quelle 'normali'. La Davies ha messo in guardia con i rischi intrinseci all'intervento di rimozione: ''La protesi potrebbe rompersi durante l'operazione che comunque pone di per se stessa pericoli. Non raccomandiamo che venga fatta di routine''
Mentre la Gran Bretagna ha sfidato la raccomandazione formale della Francia alle donne di oltre Manica di farsi rimuovere per eccesso di cautela le protesi difettose al silicone che potrebbero provocare il cancro. ''Rispettiamo la decisione francese ma le donne con gli impianti Pip non si devono preoccupare. Non ci sono prove di un legame con il cancro o di un maggio rischio di rottura'', ha detto Sally Davies, il British Chief Medical Officer, l'equivalente nel Regno Unito del Direttore della Sanita'. La Poly Implant Prothèse (PIP), una defunta societa' francese, aveva usato silicone usato per materassi al posto di quello autorizzato dalle autorita' sanitarie per le protesi al seno. Circa 30 mila donne in Francia e oltre 40 mila in Gran Bretagna se le sono fatte impiantare: costavano solo 150 euro, molto meno di quelle 'normali'. La Davies ha messo in guardia con i rischi intrinseci all'intervento di rimozione: ''La protesi potrebbe rompersi durante l'operazione che comunque pone di per se stessa pericoli. Non raccomandiamo che venga fatta di routine''
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