sabato 27 agosto 2011

Marche - La regione illude gli infermieri

San Benedetto del Tronto | A livello Zona 12 e’ stata stilata una graduatoria per mobilita’ di trasferimento, per anzianita’ e titoli, ma la Regione non la vorrebbe utilizzare

Una graduatoria e' stata gia' stilata presso la zona 12, cosi' come e' stato fatto secondo altre altre necessita', ma, contestualmente la Regione ne sta predisponendo un'altra con valenza Regionale che andrebbe pero' ad annullare quella decisa dalla zona12.

Insomma una beffa per gli infermieri che avrebbero risposto all'avviso di mobilita' indetto nell'ambito della zona12 e che dopo tanti anni di servizio si vedrebbero sfumare una opportunita' professionale e di vita a causa di una cattiva gestione delle pratiche amministrative.
Oltretutto si andrebbe a delineare anche un cattivo utilizzo del personale amministrativo il quale avrebbe consumato inutilmente diverse ore lavorative. L'ugl pubblicamente chiede alla regione marche di utilizzare anche la graduatoria stilata nell'ambito della zona 12, la n°309 del 21/03/2011 dove hanno partecipato ben 498 Infermieri.

In questo momento di crisi economica non si può assistere ad un evidente sperpero di personale pubblico amministrativo il quale per giorni e giorni ha lavorato per costruire una graduatoria. I ritardi della regione marche contro la zona12 stanno imperversando da diversi anni ora pero' e' il momento di dire basta.
fonte - ilquotidiano.it


sabato 20 agosto 2011

Infermieri.....crollo delle iscrizioni all'università

di Marco Martignoni
C’era una volta l'infermiere. Quello che dopo tre anni di studi aveva la certezza di un posto di lavoro sicuro, sia in nel settore pubblico sia in quello della sanità privata. Quella favola è finita, tanto che ora il mestiere, non solo richiede una preparazione universitaria, ma nasconde anche le insidie del precariato.
L'analisi di quanto sta accadendo, arriva dai dati resi noti dalle domande di ammissione deposititate all'ateneo reggiano per quanto riguarda le lauree medico-sanitarie. Alla data di chiusura della presentazione delle domande di ammissione ai due corsi di laurea magistrale a ciclo unico (Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e Protesi dentaria) e alle dodici lauree di primo livello per le professioni sanitarie alla facoltà di Medicina e Chirurgia sono arrivate complessivamente oltre 2.700 domande: 1.135 per Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e 1.579 per il test di Professioni Sanitarie. Ma cala l’interesse proprio per Infermieristica (- 17,15% a Modena e – 20,60% a Reggio).
Ed è questo il dato che sorprende, soprattutto a Reggio dove Scienze infermieristiche fa parte di quelle facoltà considerate d'eccellenza.
“Consiglierei a un giovane di fare l'infermiere? - si chiede Antonio Boccia Zoboli, vice presidente provinciale del collegio infermieri - .Certo. Ma gli direi anche che per intraprendere questa carriera, occorre sapere bene quali sono le mansioni che dobbiamo affrontare quotidianamente e che per farlo è necessaria una forte convinzione di base”.
I dati resi noti dall'ateneo però mettono in risalto un disinteresse nei confronti di una professione che, negli anni, ha assunto un ruolo sempre più importante nel campo dell'assistenza. “Quello che ci preoccupa - dice Boccia - è il calo di coloro che noi consideriamo come ragazzi che hanno fatto la prima scelta proprio in Scienze Infermieristiche. Ci preoccupa meno chi invece ha deciso di rinunciare perché consapevole che raggiungere il posto fisso non è più cosa semplice”. Ma c’è un altro fattore che condiziona la scelte dei giovani: il tasso di occupazione post-laurea e gli stipendi. “Dal punto di vista economico - spiega Boccia - la figura dell'infermiere, per le responsabilità che ha e le conoscienze che deve avere nel suo bagaglio professionale, ha una remunerazione bassa, anche rispetto a tutti gli altri paesi europei. L'infermiere è quella figura professionale che c'è sempre: è quella persona che funge da interfaccia tra il paziente e il medico. E in un momento come questo dove la popolazione ha sempre maggiore bisogno di assistenza, l'infermiere diventa fondamentale. Ci piace definirci con le parole di Ligabue: una vita da mediano, sempre lì. Per quanto invece riguarda l'occupazione, oggi, rispetto al passato, i concorsi sono meno frequenti e per i tagli introdotti hanno prodotto una riduzione delle assunzioni sia nel servizio pubblico sia in quello privato”.
Ma secondo Boccia l'infermiere è una professione ancora molto affascinante.
“E' un mestiere - conclude - che richiede grande convinzione e una preparazione approfondita. E chi è davvero convinto e ha passione, può vivere un'esperienza professionale di ottimo livello”.


Fonte: gazzettadireggio.it


Iscrizioni al corso di laurea infermieristica entro il 23 agosto

Professione: infermiere. Chi volesse intraprendere questo percorso formativo e lavorativo può consultare il Bando dell’Università degli Studi dell’Insubria – Facoltà di Medicina e Chirurgia di Varese relativo alla prova di ammissione per i Corsi di Laurea Triennali delle Professioni Sanitarie per il 2011/2012 che includono anche il Corso di Laurea in Infermieristica con le sue sedi di Varese e quella presso l’ospedale Sant’Anna. La sede della Scuola comasca è in via Napoleona a Como, all’interno del vecchio ospedale, e vanta una tradizione ultradecennale. E’ dal 1958, infatti, che nel presidio si svolge attività di formazione in campo infermieristico, ora con il corso di laurea in Infermieristica. Il Bando è scaricabile collegandosi al sito dell'Università: www.uninsubria.it.
Cliccando su Segreteria Studenti alla sezione Immatricolazioni - Test Ammissione con accesso programmato, si troverà il link riferito alle prove di ammissione ai corsi ad accesso programmato 2011/12. Lì sono riportate le informazioni utili inerenti la modalità, i contenuti e i termini – la scadenza è il 23 agosto - per l’iscrizione al test di selezione che si terrà l’8 settembre 2011 - ore 9.30 - a Varese.
Utile anche la consultazione della sezione Offerta Formativa della Facoltà di Medicina e Chirurgia - Lauree nuovo ordinamento (D.M. 270/04) - che raggruppa alcuni link riferiti ai corsi pre - test e la guida all'iscrizione on-line.
«Tra le novità di quest’anno – spiega Donatella Pontiggia, coordinatore didattico della Sezione di Como, ve ne sono due di notevole rilevanza. La prima riguarda il numero di studenti stabilito dal Ministero per l'Insubria, aumentato di 30 unità rispetto allo scorso anno. Si è passati infatti da 150 posti a 180. Il totale stabilito per la sede del Sant’Anna è pari a 70 posti, 5 riservati ai cittadini non Comunitari residenti all'estero), incrementato rispetto allo scorso anno di 15 posti. A breve ci sarà l’integrazione del personale infermieristico, adeguato per assicurare le funzioni di tutoring, quale requisito indispensabile per una formazione universitaria di qualità. Inoltre, il percorso di studi a partire dall’anno accademico 2011/12 sarà effettuato in base al nuovo ordinamento dettato dal D.M. 270/04».
I tutor del Corso di Laurea in Infermieristica della sede di Como riceveranno tutti coloro che avranno bisogno di informazioni relative al percorso di studi preferibilmente su appuntamento.Per fissare l’incontro si può telefonare da lunedì al venerdì dalle ore 10 alle 12 ai numeri 031/5855036 oppure 031/5855352. La sede sarà chiusa il 31 agosto in occasione di Sant’Abbondio, patrono di Como.
I numeri della Scuola del Sant’Anna: gli studenti delle sede di via Napoleona attualmente frequentanti sono 181, oltre ad altri 20 studenti che, seppur non frequentanti, risultano iscritti. Sessantacinque sono i discenti del primo anno, 37 quelli del secondo, 35 del terzo e 44 i fuori corso tra il primo, secondo e terzo anno.
«Nell’A.A. 2009/2010 – prosegue Pontiggia - si sono laureati 33 studenti, di cui 23 in data 4 novembre 2010, prima sessione di laurea, e 10 in data 31 marzo 2011, seconda sessione di laurea, con ottimi risultati che ripagano l'impegno profuso di tutti i professionisti, collaboratori e infermieri-tutor dell’Azienda Sant’Anna che hanno contribuito ad accompagnare gli studenti durante il loro percorso formativo/universitario».
È importante sottolineare che la maggior parte dei laureati - 23 su 33, pari al 70% -, così come è già avvenuto negli anni precedenti, ha scelto di svolgere l’esercizio della professione infermieristica nell’ambito dell’Azienda Ospedaliera di Como.
16/08/2011
 
 
 

Approvato il testo del Disegno Legge 1142 sull’istituzione degli ordini per le 22 professioni sanitarie

Istituzione degli ordini e albi delle professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione.

Descrizione atto:

Per consentire una uniformità regolamentare delle figure operanti nel settore della sanità pubblica e privata vengono istituiti i seguenti albi che verranno gestiti dagli ordini provinciali dei medici chirurghi ed odontoiatri in accordo con le Procure generali della Repubblica.
Le Prefetture le questure l'agenzia delle entrate attraverso il sistema telematico ai fini della vigilanza sulle modalità di esercizio della attività prevista da apposito regolamento ed il possesso legale dei titoli ed autorizzazioni previste daklla legge.
Viene istituito l'albo delle professioni ausiliarie della professione medica ed odontoiatrica (infermiere, ostetriche, logopediste etc come da attuale inquadramento giuridico e T.U. delle leggi sanitarie 1938 n.1265 e relative modifiche)
Viene istituito l'albo delle arti ausiliarie della professione medica ( ottici, odontotecnici etc. come da T.U.delle leggi sanitarie 1938 n.1265 e successive modifiche)



Sanità, le assunzioni che durano una settimana

Immissione in servizio per 370 vincitori di concorso. Ma incombe la sentenza del Cga Nel contratto c'è una clausola di rescissione in caso di pronuncia negativa dei giudici

ASSUNTO a tempo indeterminato per una settimana. È la bizzarra proposta contrattuale ricevuta da Giuseppe F., 45 anni, vincitore, insieme ad altri 374 partecipanti, di un concorso per infermieri, fisioterapisti, tecnici di radiologia e ostetrici indetto dalle aziende ospedaliere della Sicilia Orientale. Nella lettera indirizzata agli operatori sanitari e firmata da Francesco Poli, direttore generale dell'ospedale Cannizzaro di Catania, si fa infatti riferimento ad una clausola risolutiva delle assunzioni in attesa della sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa che potrebbe annullare il concorso sul quale pendono una raffica di ricorsi.
Sentenza fissata per l'8 settembre, appena una settimana dopo la richiesta di sottoscrizione del contratto. Il motivo? Il mancato avvio, prima dei concorsi, della cosiddetta mobilità regionale ed extraregionale. In sintesi, l'assessorato per la Salute, prima di assumere nuovo personale avrebbe dovuto verificare se all'interno di tutte le aziende sanitarie pubbliche ci fossero state persone interessate a questi posti.
«Ci rendiamo conto dell'anomalia - dicono dalla direzione del Cannizzaro, sede di riferimento del bando orientale - ma abbiamo deciso di sottolineare la clausola e i possibili rischi derivanti dalla sentenza per ragioni di trasparenza». «Una presa per i fondelli» per l'infermiere Giuseppe F. che per firmare il "contratto-trappola" dovrebbe prima dimettersi dal San Raffaele dove lavora da più di 7 anni. «Che senso ha proporre un contratto con questi termini? - continua - Nessuno dei miei colleghi è pronto a correre questo rischio». E se dal Cannizaro si dicono ottimisti sulla decisione del Cga, i sindacati parlano invece di sentenza scontata, ricordando che 20 giorni fa, per lo stesso concorso nel bacino occidentale, il Cga ha dato ragione al ricorso di infermieri, tecnici di radiologia e fisioterapisti in mobilità. In quel caso furono 540 le assunzioni bloccate.
«Volevamo dare spazio ai precari e a chi non aveva ancora trovato lavoro - dice il direttore generale dell'Assessorato regionale alla Sanità, Maurizio Guizzardi - È chiaro che non era nostra intenzione venir meno ad una legge che non è in ogni caso molto chiara in materia». I bandi, pubblicati sulla Gazzetta ufficiale della Regione lo scorso 31 dicembre avrebbero dovuto garantire ben 1.138 posti per infermieri in mobilità ed esterni, 117 tecnici di radiologia, 105 fisioterapisti e 60 ostetrici per un totale di 1.420 unità.
Una scelta che aveva mandato su tutte le furie Renato Brunetta: il ministro per la Pubblica amministrazione minacciò di impugnare il concorso bandito nell'ultimo giorno disponibile per evitare di incorrere nella clausola della finanziaria Tremonti, che dal primo gennaio scorso impone il blocco del turn-over. A fermare le assunzioni ci hanno pensato gli infermieri siciliani che hanno presentato ricorso in massa al Tar.

I protagonisti
L'ASSESSORE Massimo Russo assessore regionale alla Salute ha varato concorsi in Sicilia per un totale di 1.420 posti Alcune selezioni sono già state annullate, su altre si attende il Cga IL DIRETTORE Maurizio Guizzardi dirigente generale dell'assessorato "Abbiamo deciso di dare spazio ai precari e a chi non aveva trovato un lavoro. Ma la legge su questo non è chiara" IL MANAGER Francesco Poli manager dell'ospedale Cannizzaro di Catania ha spedito le lettere di assunzione con la clausola risolutiva in caso di sentenza negativa PER SAPERNE DI PIÙ www.regione.sicilia.it www.ars.sicilia.it
fonte - La Repubblica del 18/08/2011


domenica 7 agosto 2011

Concorsi al Civico di Palermo, la replica dell'azienda ospedaliera

4 agosto 2011 - In riferimento all’articolo pubblicato, intitolato “Pastette sanitarie, al Civico di Palermo tra concorsi & colloqui…” riceviamo e pubblichiamo una nota del commissario straordinario dell’Azienda Ospedaliera, Carmelo Pullara.
In relazione all’articolo pubblicato ieri, mercoledì 3 agosto, a firma di Giulio Ambrosetti, dal titolo “Pastette sanitarie al Civico di Palermo tra concorsi e colloqui”, si rendono necessarie alcune precisazioni nel rispetto della verità, ma anche dell’onorabilità dell’Azienda Ospedaliera Civico, della mia persona e degli altri colleghi citati.

Nell’articolo si presenta come un’anomalia l’indizione di bandi di concorso per titoli e colloquio; così non è nei fatti, visto che, bandi di concorso per titoli e colloquio per dirigente amministrativo o assistente amministrativo, per esempio, sono stati banditi in Veneto, dall’Ospedale S. Camillo di Alberoni- Venezia, in Lombardia, dall’Asl di Milano, dall’Azienda Forestale della Regione Calabria, ma anche in Sicilia.
L’elenco potrebbe proseguire continuando una banale ricerca che, forse, al nostro posto, avrebbe potuto fare l’autore dell’articolo.
Si afferma, inoltre, che il Civico “non può fare a meno di 10-12 nuovi dirigenti amministrativi e tecnici”: il dato citato non trova riscontro sul piano fattuale, un bando, infatti, prevede 3 figure – un ingegnere, un architetto e un avvocato – un altro bando prevede, invece, l’immissione in servizio di 4 dirigenti amministrativi, per un totale, dunque di 7 figure professionali.
Nell’articolo ci si chiede se il Civico abbia bisogno di questi nuovi dirigenti, la risposta è sì, e anche in questo caso “parlano” i fatti: la dotazione organica approvata dall’Azienda Ospedaliera Civico e dall’Assessorato regionale alla Salute, prevede 4 posti di dirigente avvocato, in atto l’Azienda Civico ne ha 2, di cui 1 in distacco sindacale da 10 anni. Prevede, inoltre, 2 posti di architetto, attualmente 1 solo è in servizio effettivo, 4 posti di ingegnere, e in servizio ce ne sono 2, 14 posti di dirigente amministrativo, e ce ne sono 9 in servizio effettivo.
Non è assolutamente vero che la nomina del Commissario straordinario sia di durata bimestrale, il decreto di nomina non prevede un termine di durata. Non corrisponde al vero che i poteri del Commissario Straordinario siano legati al carattere dell’urgenza, l’emanazione dei bandi in questione è legata all’esigenza comune a tutte le aziende pubbliche e private di garantire la continuità, la funzionalità aziendale, e un adeguato livello di erogazione dei servizi.
In ogni caso, possiamo con serenità affermare che c’è l’esigenza di emanare tali bandi, se solo si fa riferimento alle figure professionali richieste, figure che, non sono certo di secondo piano nella gestione di un’Azienda ma che, inoltre, contribuiscono all’organizzazione e al buon funzionamento della macchina sanitaria. Appare del tutto evidente che in un’Azienda Ospedaliera non servano solo i medici. Quanto alla durata dei contratti prevista nei bandi, in primo luogo il DPR 483 del 97, diversamente da quanto riportato nell’articolo, non prevede una durata minima biennale; in secondo luogo, il decreto legislativo 368 del 2001, che regola i contratti a tempo determinato, non contempla un termine di durata minima, ma lascia libera la determinazione dei tempi all’Amministrazione.
Quanto sopra, sul piano esclusivamente tecnico, non ritenendo degne di alcun commento le restanti affermazioni e illazioni contenute nell’articolo, tanto gratuite quanto infondate, affermazioni e illazioni che l’Azienda Ospedaliera Civico archivia per il rispetto che ha nei confronti della stampa.
Il commissario Straordinario dell’Azienda Ospedaliera Civico
Carmelo Pullara

Fonte Blogsicilia




Pastette sanitarie, al Civico di Palermo tra concorsi e colloqui

di Giulio AmbrosettiNella pubblica amministrazione siciliana, dai primi anni ’80 del secolo scorso fino ai nostri giorni, in materia di personale, ne abbiamo viste di tutti i colori. Per esempio, un funzionario regionale – fine anni ’80, dossier Cgil-Funzione pubblica – che, leggi e cavilli alla mano, risultava avere un numero di anni di servizio superiore alla sua età anagrafica. ‘Mitica’, poi, la legge – ovviamente regionale – n. 10 del 2000, che in una notte creò dal nulla 2 mila dirigenti! Ma un concorso pubblico – naturalmente per dirigenti – “per titoli e colloquio”, almeno fino ad oggi, non si era mai visto.
In genere, nella pubblica amministrazione italiana, fino a prova contraria, è normale imbattersi in bandi di concorso “per titoli ed esami”. Un bando di concorso pubblico per “titoli e colloquio” è una novità, tutta siciliana, che, come dicono i giuristi, potrebbe essere destinata a “novellare” lo sbrindellato mondo della pubblica amministrazione italica. Il “colloquio” per scegliere chi assumere dovrebbe essere una prerogativa delle aziende private. Invece scopriamo che, per diventare dirigenti tecnici ed amministrativi dell’Ospedale ‘Civico’ di Palermo – Azienda ospedaliera di rilievo nazionale e di alta specializzazione – si procederà con un concorso “per titoli e colloquio”.
La storia è particolare ed emblematica. Proviamo a raccontarla per grandi linee. Cominciamo dalla premessa, che appare un po’ bizzarra: a quanto pare, il ‘Civico’ di Palermo non può fare a meno di 10-12 nuovi dirigenti amministrativi e tecnici. La cosa già è strana di per sé perché, a giudicare dalle polemiche di questi giorni, negli ospedali siciliani sembra che a mancare siano i medici e non i dirigenti amministrativi o tecnici. Lo ha sottolineato, senza tanti giri di parole, il segretario della Cgil medici della Sicilia, Renato Costa. Il quale, commentando la relazione annuale della Corte dei Conti in occasione della ‘parifica’ del bilancio, a proposito delle insufficienze della sanità isolana, ha affermato a chiare lettere che, se oggi la sanità pubblica dell’Isola perde colpi, ebbene, ciò dipende anche dalla dissennata riduzione dei medici operata negli ultimi anni dal governo regionale.
Dunque, per il ‘Civico’ di Palermo, la ‘ricetta’ non è quella di potenziare l’area medica, ma quella di assumere sembra 10-12 nuovi dirigenti tecnici e amministrativi. Come procedere? Si ipotizza di attribuire l’incarico con contratto a tempo determinato, secondo quanto previsto da una legge nazionale. Tale via può essere percorsa se l’amministrazione in questione – in questo caso l’Ospedale ‘Civico’ di Palermo – risulti sprovvista in pianta organica di tali figure.
A questo punto si pone un interrogativo: i nuovi dirigenti vanno presi dall’interno o dall’esterno dello stesso ‘Civico’? Si cerca la risposta tra leggi e circolari regionali. Risultato: vanno presi con un concorso pubblico, aperto dunque anche agli esterni. Qui comincia l’avventura destinata, come già ricordato, a “novellare” il settore dei concorsi pubblici italiani.
Su proposta del direttore dell’Area ‘Risorse umane’ del ‘Civico’, Maria Luisa Curti, con il parere favorevole del direttore sanitario della stessa struttura, Renato Li Donni e, naturalmente, con la ‘benedizione’ del commissario straordinario del ‘Civico’, Carmelo Pullara, ex direttore amministrativo della stessa Azienda ospedaliera, viene emanato il celeberrimo bando “per titoli e colloquio”. Obiettivo: il conferimento di 3 “incarichi dirigenziali a tempo determinato del ruolo professionale”. Il concorso riguarda ingegneri, architetti e avvocati, figure “indispensabili”, a quanto pare, per curare i malati dell’ospedale ‘Civico’… In attesa di un analogo bando per dirigenti amministrativi che non tarderà ad arrivare.
Formalmente, l’evidenza pubblica sembra rispettata. Anche se non mancano dubbi. A cominciare dalla durata del contratto. Nel bando si legge “per 6 mesi rinnovabili”. Peccato che il Decreto legislativo n. 165 del 2001 prevede che la durata non debba essere “inferiore a tre anni”. E poiché in Italia le leggi qualche volta si contraddicono, siamo andati a consultare il Decreto del presidente della repubblica n. 483 del 1997, dove si legge che la durata minima “non può essere inferiore a due anni”.
Insomma: comunque la si giri, tecnicamente, i sei mesi non esistono. Per non parlare dell’illogicità di tale termine temporale: se c’è veramente un problema strutturale, se al ‘Civico’, insomma, non si riescono a curare i malati senza questa nuova ‘infornata’ di dirigenti tecnici e amministrativi, perché ricorrere a un bando per soli 6 mesi?
Tra l’altro, chi ha i titoli per partecipare al concorso e, pur essendo nato a Palermo ma costretto a lavorare fuori dalla sua città e, magari, vorrebbe partecipare al già citato concorso, beh, troverà poco conveniente presentare la domanda di partecipazione per lavorare, eventualmente, solo per sei mesi. Ma presenterebbe subito la domanda se, come previsto dalla legge, il bando prevedesse un incarico triennale rinnovabile.
Il dubbio è che tutta questa manfrina messa su al ‘Civico’ di Palermo serva, alla fine, per creare un indubbio vantaggio agli interni, specie se questi già da tempo aspirano legittimamente ad acciuffare la promozione a dirigenti.
p.s.
Su questa bizzarra formula del bando per “titoli e colloquio”, indagando, abbiamo scoperto una piacevole novità. Dietro il ricorso a questa dizione non ci sarebbe una trovata degna dell’avvocato Azzeccagarbugli. Il problema, insomma, non sarebbe di ordine manzoniano, ma gozzaniano. A quanto abbiamo appreso, il dottore Pullara, la dottoressa Curti e il dottore Li Donni sarebbero tutt’e tre appassionati lettori di Guido Gozzano, del quale apprezzano, in particolare, la celebre raccolta di poesie “I colloqui”. I tre, lungi dall’ipotizzare chissà quali ‘pastette’, hanno solo cercato di rendere meno arido un atto amministrativo, arricchendolo con un tocco ‘crepuscolare’ del quale, in effetti, avvertivamo tutti la mancanza.
Ah, dimenticavamo: un commissario straordinario nominato per due mesi – come nel caso del ‘gozzaniano’ dottor Pullara – può emanare un bando di concorso di questo tipo? Ce lo chiediamo perché, avendo consultato sempre leggi e regolamenti, abbiamo scoperto che a sostenere il ricorso a tale atto amministrativo ci dovrebbe essere non soltanto la mancanza in pianta organica di tali figure, ma anche l’urgenza a provvedere in tempi strettissimi. Da qui un’ultima domanda: il ‘Civico’ di Palermo ha veramente ‘urgente’ bisogno di questi nuovi dirigenti?