domenica 19 giugno 2011

Sanit 2011 - 16 giugno - parte prima

Certificati malattia online

Mentre nel pubblico e' già in vigore l'obbligo del certificato telematico , per i privati scatta il 13 settembre. Per altri tre mesi le aziende private potranno continuare a richiedere al lavoratore la copia cartacea del certificato medico.“al fine di risolvere eventuali problemi (anche temporanei) di connessione a Internet”, è stato annunciato che l’Inps renderà a breve disponibile anche un nuovo servizio di call center telefonico dedicato alla verifica delle attestazioni di malattia dei lavoratori dipendenti.



Carenza Infermieristica: La ricetta della Lombardia

Niente più numero chiuso alla facoltà di Medicina, e finanziamenti specifici, sia pubblici sia privati. È la ricetta proposta dall’assessore alla Sanità della Lombardia, Luciano Bresciani, per arginare la carenza di medici, di specialisti e di infermieri negli ospedali e più in generale melle strutture sanitarie della Lombardia. Ricetta che fa il paio con la proposta di fare della Lombardia un «laboratorio sperimentale di questo nuovo ciclo di cultura scientifica, attraverso un proposta di legge ad hoc che presto presenteremo come Lega in Regione, per poi inviarlo ai ministeri competenti»



Niente più numero chiuso alla facoltà di Medicina, e finanziamenti specifici, sia pubblici sia privati. È la ricetta proposta dall’assessore alla Sanità della Lombardia, Luciano Bresciani, per arginare la carenza di medici, di specialisti e di infermieri negli ospedali e più in generale melle strutture sanitarie della Lombardia. Ricetta che fa il paio con la proposta di fare della Lombardia un «laboratorio sperimentale di questo nuovo ciclo di cultura scientifica, attraverso un proposta di legge ad hoc che presto presenteremo come Lega in Regione, per poi inviarlo ai ministeri competenti».

Quindi, Lombardia ancora una volta proattivo modello nazionale per uscire da un impasse - quella della carenza di personale sanitario specialistico - comunque di difficile soluzione. 
Questo disegno, in particolare, prevede «in una logica federalista, in parallelo con le erogazioni di natura e origine statale per il fabbisogno sanitario - dice Bresciani - anche il finanziamento privato per medici, specialisti e infermieri, al fine di raggiungere i target produttivi della comunità regionale». 
Bresciani sta già facendo in questo senso passi concreti in sede governativa. «Ne ho già parlato con il ministro Fazio - aggiunge infatti l’assessore -. La scena è quella di un film già visto troppe volte: qui in Lombardia paghiamo dazio per un sistema universitario di stampo eccessivamente centralista, che elude i fabbisogni territoriali in ambito sanitario, confermandosi inadeguato a soddisfare le specifiche, peculiari e differenti esigenze della nostra Regione». Come dire: è ora di cambiare musica e porre mano ai fatti, con misure precise, finalizzate e non dilatorie, se si vuole risolvere il problema che, tra l’altro, non può essere ulteriormente eluso. 
C’è poi da considerare anche una disomogeneità a livello regionale, figlia delle scelte sbagliate e delle decisoni prese in sede centrale. «Così finisce che il Lazio ha più corsi della Lombardia, nonostante una popolazione che è la metà di quella della nostra Regione». La cultura, conclude, «non deve essere chiusa nel mortaio del finanziamento statale. Abbiamo bisogno di cultura libera e alta qualità per creare e consegnare valori veri e condivisi alla comunità lombarda. L’attuale sistema ha invece costretto molti dei nostri ragazzi ad andare all’estero per acquisire nuove conoscenze, di fatto impoverendo l’intero Paese che in questi anni ha visto emigrare troppi cervelli. Una fuga dovuta anche alla richiesta di cultura che il nostro Paese gli sta negando».


In Sicilia bloccati i corsi per aiuto infermieri. Rilasciati attestati senza valora al prezzo di 2mila euro

In Sicilia c’è un mini-esercito di operatori socio-sanitari con qualifiche false o prive di valore legale. Rilasciate da enti e associazioni con sede in Emilia, Campania e Toscana, non accreditate né dal ministero né dall’assessorato regionale alla Salute. Titoli pagati oltre duemila euro, che, però, sono carta straccia e hanno creato un bacino di oltre 4 mila operatori, a fronte dei 2.600 richiesti. A denunciarlo è la Federazione delle Professioni Infermieristiche e Tecniche Migep, che ha chiesto spiegazioni all’assessorato alla Salute. Da piazza Ottavio Ziino rispondono di non aver mai autorizzato corsi di formazione e annunciano il blocco degli stage nelle strutture ospedaliere. Ma il caso sbarca in sesta commissione all’Ars: con una lettera ufficiale, il Migep ha chiesto un’audizione. Tutto comincia con l’accordo Stato-Regioni nel 2001, che individua la figura e il relativo profilo professionale. Solo 9 anni dopo, nel 2010, la Regione detta le regole dell’istituzione dei corsi di formazione professionale e a gennaio scorso istituisce l’albo regionale degli Enti pubblici e privati, accreditati a svolgere l’attività. Peccato che dal 2006 al 2010, in assenza di riferimenti normativi, la Sicilia sia già diventata terra di conquista. In quattro anni, sono circa quattromila i siciliani che hanno acquisito la qualifica. A rilasciarla sono istituti operanti fuori regione, senza l’autorizzazione regionale, come l’Asl di Empoli, che nel 2006 e nel 2008 ha continuato a formare operatori nonostante l’esplicita diffida delle Regioni. Altri hanno acquisito la qualifica frequentando corsi promossi da istituti siciliani senza alcuna autorizzazione. Per non parlare dei certificati rilasciati da associazioni accreditate in Emilia Romagna per la “riqualifica” degli operatori da ausiliari a socio-sanitari. Certificati spacciati come “attestati” che costano oltre 2 mila euro. Le conferme arrivano da una lettera del direttore generale dell’assessorato Lucia Borsellino, che in due missive, l’ultima del 23 maggio, dopo le denunce del Migep, vieta di attivare corsi di formazione. E comunque nega ogni responsabilità di controllo sugli enti. In più, con una circolare inviata a tutte le strutture sanitarie, blocca i tirocini per corsi organizzati da qualsiasi associazione. Tra gli enti tuttora attivi in Sicilia, il Migep denuncia la napoletana Asnoss e la siciliana Arsonoss, che rilascerebbero un’autorizzazione munita di un falso visto ministeriale. Le associazioni si difendono: «Tutte le attività formative riservate ai nostri associati sono corredate da relative autorizzazioni di organi competenti», si legge in una nota del presidente della Asnoss. Ma i fatti sono al vaglio delle autorità. «All’assessore Massimo Russo — dice Angelo Minghetti, presidente di Migep — chiediamo di chiarire il valore di questi attestati e di creare un elenco anagrafico. Non si può permettere questa truffa ai danni degli studenti»



giovedì 2 giugno 2011

In coma da un anno dopo un’operazione ai denti. La moglie protesta contro l'indifferenza dello Stato

01 GIU - Un nuovo delicato caso di malasanità riempie le pagine dei quotidiani richiamando l'attenzione sulla qualità dell'assistenza ai malati in stato vegetativo e riportando d'attualità il tema del fine vita. La moglie di un uomo in stato vegetativo da un anno avrebbe infatti manifestato l’intenzione di portare il marito all’estero per sottoporlo ad eutanasia. “Io sono per la vita, ma quella vera e sono disposta a tornare indietro sulla mia decisione soltanto se lo Stato si farà carico della cura e dell'assistenza ai massimi livelli", sarebbero state queste, secondo quanto riportato da Repubblica.it, le parole della moglie, Irene Sampognaro, che oggi ha protestato davanti all'ingresso dell'ospedale di Catania, come confermato anche da una nota della Commissione parlamentare di Inchiesta sugli errori sanitari e le cause dei disavanzi sanitari regionali.
Intanto il presidente della commissione, Leoluca Orlando, ha chiesto una relazione sul caso all'assessore alla Sanità della Regione Sicilia, Massimo Russo, e al direttore generale della Asp di Catania Giuseppe Calaciura. “All'assessore Russo e al direttore Calaciura abbiamo chiesto, in particolare, di fornirci con sollecitudine ogni notizia utile a conoscere eventuali criticità organizzative riscontrate e ogni notifica in ordine ad iniziative amministrative, sanzionatorie e/o cautelari assunte a fronte di eventuali responsabilità individuali”, spiega Orlando in una nota.
L’uomo, un architetto di 42 anni, venne inizialmente ricoverato per la rimozione di due punti metallici applicati dopo l’estrazione della radice di un dente. “Una banalissima operazione che, secondo il primario, avrebbe dovuto eliminare la causa di una persistente sinusite – si legge nella nota della Commissione -. Dall'intervento, rivelatosi poi inutile anche rispetto al problema inizialmente lamentato, il paziente si sarebbe risvegliato per appena 15 minuti per poi entrare in coma”.
Intervenuto sulla vicenda anche il vicepresidente della Commissione, Giovanni Burtone, che ha voluto esprimere “vicinanza alla moglie di Marletta, la signora Irene Sampognaro ,che da questa mattina protesta davanti ai cancelli dell’ospedale per denunciare come nessuno abbia preso, fino ad ora, provvedimenti e come la stessa inchiesta della magistratura proceda con lentezza, mentre lei stessa debba farsi carico di una parte consistente dei costi per il ricovero del marito presso una struttura convenzionata".

Donne vittime di violenza, quelle medico le più colpite

Se la violenza sulle donne segna ancora percentuali significative, attestandosi al 2,1%, sono i dati sulla violenza e le aggressioni subite dalle donne medico a far discutere. Sono infatti ben il 4% le vittime, secondo quanto riportato sul Rapporto “Donne medico: indagine su lavoro e famiglia, stalking e violenza”' diffuso ieri dall’Ordine provinciale dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri di Roma.

Nel Rapporto è riportato come la fenomenologia della violenza consti di molteplici profili. Profili già classificati a seguito di un’indagine dell'ISTAT sulle donne italiane. Questi sono poi stati riproposti e suddivisi per tematica dall’indagine dell’Ordine di Roma, dove ciò che appare più sentito dalla maggioranza delle donne medico intervistate sono le critiche immotivate, che affliggono il 59,5% dei camici rosa. Allo stesso modo, le donne medico risentono nel 58,8% di sfuriate o scenate, spesso immotivate.

Le condizioni disagevoli di lavoro sono un cruccio per il 53,8% delle intervistate. Molte delle violenze, dichiarano, possono ricondursi all’essere costrette a operare in condizioni disagevoli, agli impedimenti nella carriera e a sanzioni disciplinari. Il 23,4% poi ritiene di aver ricevuto compiti incongrui. Non mancano gli attacchi alla propria immagine per mezzo di calunnie (58,6%) e umiliazioni, per il 35,4%. Così come le offese circa il credo religioso o politico (13,6%) e le avances sessuali indesiderate (23,5%).

Anche se minore, con un 24,3%, è altresì significativa la percentuale di donne medico che dichiara di aver ricevuto minacce vere e proprie. Le relazioni sociali sono state anche oggetto di ostracismo nei loro confronti, in questo caso il 42,8% lamenta di essere stata esclusa da riunioni e informazioni. Infine, il 34,8% si sente intralciata nelle relazioni con i colleghi.
Se quindi già la cita del medico, in molti casi, non è delle più facili. Quella delle donne medico sembra essere ancora più dura.

OMS: Telefonini Provocano il cancro

ROMA - Sotto accusa sin dalla loro prima comparsa negli anni ’80, i telefoni cellulari potrebbero addirittura causare il cancro. Le radiofrequenze e i campi magnetici sono stati a lungo studiati da un gruppo di 31 esperti dell’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità, che li hanno catalogati come «possibly carcinogenic».
A supporto della conclusione, test effettuati sugli animali e osservazione di dati degli studi epidemiologici sull’uomo. Da quanto emerso, ha spiegato il coordinatore del gruppo Jonathan Samet, «in entrambi i casi le evidenze sono state giudicate limitate per quanto riguarda il glioma (tumore che parte nel cervello) e il neurinoma acustico (tumore del nervo uditivo) mentre per altri tipi di tumore non ci sono dati sufficienti».
Tuttavia la classificazione dei telefonini come fonte tumorale non è ancora definitiva, e l’Oms si impegna a portare avanti la sua ricerca. Intanto resta sotto osservazione la correlazione tra cellulari e cancro, e nel frattempo sarebbe buona norma adottare piccoli accorgimenti: utilizzare gli auricolari anziché il contatto diretto con l’altoparlante e sostituire, quando è possibile, le telefonate con messaggi di testo.


LECCO; Via libera a nuove assunzioni In arrivo 41 nuovi infermieri

Lecco - Dalla regione Lombardia hanno dato il via libera a 95 nuove assunzioni per l’Azienda ospedaliera. La maggior parte, 69, riguardano quello che viene chiamato il comparto, che comprende 41 infermieri, sei tecnici, tre unità addette alla riabilitazione, otto operatori socio-sanitari, cinque tecnici, un assistente sociale e cinque amministrativi.

La quota restante, 26, interessa invece i dirigenti, cioè i medici che hanno un incarico da «dirigenti medici», tra i quali anche sei di struttura complessa, ovvero i primari. Si potrà così procedere ai concorsi per la nomina dei direttori del Pronto soccorso di Lecco e Merate, quest’ultimo adesso affidato nelle mani di Giovanni Buonocore con un contratto di consulenza, l’Ortopedia sempre del San Leopoldo Mandic che attualmente fa capo al facente funzioni Giuseppe Minnici, la Neurorianimazione e l’Anatomia patologica del nosocomio del capoluogo e infine dell’ufficio Acquisti. Per la ripartizione delle risorse umane disponibili, specialmente quelle di vertice, è stato tenuto conto anche del tempo da cui risultano scoperte, ma in proporzione un occhio di riguardo è stato certamente riservato al presidio brianzolo, a cui vengono riservati due dei cinque posti da primario.

Una volta espletate le procedure del concorso e nominati all’appello mancherebbe infatti solo quello della Terapia intensiva. L’auspicio espresso dai rappresenti istituzionali locali è che a parità di merito venga privilegiato chi già opera al Mandic e si sta impegnando per colmare le carenze di organico e per farlo ha magari rinunciato ad altre offerte allettanti o se ne sia assunto la responsabilità senza alcuna garanzia per il futuro. Per i restanti dirigenti si tratta di cinque medici internisti, quattro chirurghi, quattro del settore materno infantile, due psichiatri, sempre due anestesisti, altrettanti sanitari ospedalieri e un responsabile della direzione sanitaria.

È stata concessa anche la possibilità di istituire l’unità operativa, un reparto dedicato alla Tac e alla Pet, una tecnica radiografica diagnostica più avanzata rispetto alla tomografia assiale computerizzata tradizionale perché a emissione di positroni. Il Piano delle assunzioni è stato varato dalla Giunta regionale. I vertici della sanità lecchese non hanno ancora visionato il testo con i numeri e la distribuzione dei posti, ma hanno solo avuto conferma delle cifre complessive. Sino a quando non riceveranno la documentazione ufficiale preferiscono non formulare commenti sulle scelte specifiche.

Nel complesso, però, si sono detti moderatamente soddisfatti. «I dati ci sembrano positivi, specialmente rispetto ad altre realtà più importanti e grandi», ha fatto sapere il direttore generale Mauro Lovisari. Sono state accolte l’80% delle richieste per quanto riguarda il personale del comparto, il 90% di quelle che concernono le posizione mediche e anche il 50% di quelle dei primari. «Gli altri primariati probabilmente verranno deliberati già il prossimo anno», aggiungono dallo staff di Lovisari. In realtà, soprattutto sul fronte infermieristico, le autorizzazioni deliberate non permetteranno probabilmente di fronteggiare nemmeno la copertura del normale turn over fisiologico e bisognerà continuare ad avvalersi dei servizi della Hmc, la cooperativa già ora che fornisce infermieri esterni, di cui fa parte anche l’ex dg Ambrogio Bertoglio


Batterio killer, "Casi destinati ad aumentare"

Il focolaio di Escherichia coli killer legato ai cetrioli potrebbe peggiorare nei prossimi giorni. Lo sostiene uno scienziato tedesco alla Bbc online, dopo che le vittime sono salite a 14 in Germania e le infezioni sono ormai centinaia. “Ci auguriamo che il numero di casi scenda, ma temiamo che la situazione sia destinata a peggiorare”, spiega Oliver Grieve del Medical University Center di Schleswig-Holstein, dove molti pazienti sono in terapia.
E se i cetrioli spagnoli sono i primi indiziati del contagio, i funzionari iberici sottolineano come non sia ancora chiaro dove e quando le verdure sono state contaminate. Finora il Robert Koch Institute (RKI) ha confermato 329 casi in Germania, anche se in alcuni rapporti i numeri si impennano, e si parla addirittura di 1.200 contagiati. E l’infezione si diffonde: in Svezia le autorità parlano di 36 infezioni sospette da E.coli, tutte collegati a viaggi in Germania settentrionale. Altri casi sono stati segnalati anche in Svizzera, Danimarca, Paesi Bassi e Regno Unito

Sanità in Sicilia, la Regione a Fazio: dati 2010 in vistoso miglioramento

20 maggio 2011 - “Prendiamo atto con sorpresa delle parole del ministro Fazio considerato che, nonostante la disastrosa situazione di partenza del 2008, la Sicilia è perfettamente in linea con la rigorosa programmazione concordata con il ministero e che, come riporta il verbale dell’ultimo tavolo tecnico ministeriale del 7 aprile 2011, ‘la verifica annuale 2010 è sostanzialmente positiva’”.
Lo hanno affermato il direttore del dipartimento Pianificazione strategica dell’assessorato regionale della Sanità della Sicilia, Maurizio Guizzardi, e il direttore del dipartimento Attività sanitarie, Lucia Borsellino, commentando i dati forniti dal ministro Ferruccio Fazio nel corso del Question time alla Camera dei Deputati.

“Le criticità segnalate dal tavolo tecnico ministeriale e ribadite oggi dal ministro Fazio – hanno continuato Guizzardi e Borsellino – sono riferite al triennio 2007-2009 e sono state correttamente recepite da questo assessorato, che proprio per questo ha varato il Piano operativo triennale 2010-2012 per continuare l’esperienza di risanamento a fianco del ministero. E difatti nel 2010 tutti gli indici di appropriatezza e di qualità sono già migliorati. Nel settore dell’assistenza domiciliare i casi trattati nel 2010 sono stati 14.055 rispetto ai 9.986 del 2009 con un incremento del 40% rispetto al 2009; il tasso di ospedalizzazione nel 2010 è sceso al 186 per mille rispetto al 209,8 del 2009; le prestazioni di ricovero non appropriate sono passate dal 6% del 2009 al 4,6% del 2010″.
“La spesa farmaceutica -hanno proseguito – è vistosamente calata e a seguito delle verifica sono perfino arrivati i pareri positivi dell’Agenzia italiana del farmaco sui provvedimenti adottati per il miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva; in riduzione anche il tasso di parti cesarei dopo il decreto con cui è stata unificata la tariffa di remunerazione tra parto cesareo e parto naturale incentivando quest’ultimo attraverso modalita’ indolore; nel campo della residenzialità e della semiresidenzialità assistita nel 2010 -hanno concluso – si registra un incremento rispetto al 2009 del 13% dei posti disponibili”.

Attese e disagi, Policlinico in rivolta Botte e insulti al Pronto soccorso

VERONA — Una sala piena così che scoppia di gente. Attese fino a otto ore al giorno per i codici bianchi e verdi. Ubriachi, extracomunitari e pazienti psichiatrici che insultano gli infermieri o si menano. Finché non ci scappa l’aggressione fisica, com’è successo a S., operatrice sociosanitaria del Pronto soccorso, morsa da una paziente con gravi problemi psichici. E’ il quadro dipinto dal personale del pronto soccorso del Policlinico di Borgo Roma, martedì in presidio davanti all’ingresso con i delegati sindacali di Usb, che hanno scritto al prefetto dichiarando lo stato di agitazione. Ventitré infermieri e otto operatori, distribuiti su tre turni, a sobbarcarsi una media di 200 persone al giorno. Troppo pochi, soprattutto di notte, quando le infermiere devono portare in giro nei reparti i malati. E pochi di giorno, quando in sala d’attesa piovono decine di persone, ognuna con le proprie magagne e gli infermieri devono farsi carico della prima valutazione sull’urgenza e della prima assistenza. «Non ce la facciamo più, con la gente che abbiamo, a garantire un’assistenza adeguata - si sfoga Mauro Croce, infermiere del Pronto soccorso e delegato del sindacato autonomo Usb -. Siamo quelli che hanno la dotazione organica più bassa del Veneto. E ogni anno, con la chiusura dei piccoli ospedali, aumenta l’utenza. In più c’è l’aggravante del Polo Confortini. Essendo in fase di assestamento, tanti preferiscono venire da noi. Così per i pazienti non urgenti si va dalle 5 alle 8 ore di attesa. Ed è ovvio che poi la tensione si taglia col coltello».
Le aggressioni verbali, riferiscono gli infermieri, sono all’ordine del giorno. Dal «figlio di» per gli uomini alle offese più pesanti per le donne. In più ci sono le aggres- sioni fisiche, «tre o quattro all’anno». Che lasciano il segno. S. da giorni è a casa per infortunio sul lavoro con i postumi psicologici e fisici di quel morso procuratole da una malata psichiatrica, in cura a Borgo Trento. «E’ stata un’esperienza tremenda - racconta lei -. Dovevo farle un prelievo e lei tutto ad un tratto mi ha morsicato al dito. E’ uscito sangue e mi sono spaventata. Ho dovuto ricorrere a una terapia d’urto, perché lei ha una malattia infettiva. Sono stata male e ho vissuto giorni di ansia. Dovremmo essere tutelati». S. sabato riprenderà il lavoro, ma con un forte carico di stress: «Ogni giorno la sala d’aspetto è piena di extracomunitari e ubriachi che ti insultano perché sono lì da ore. Ma i medici sono quelli che sono e i posti letto anche. Ho visto un collega prendersi un pugno, altri mitragliati di parolacce. Così non si può più lavorare ». Servono rinforzi, dicono infermieri e operatori, con le ostetriche che si uniscono al coro e reclamano perché sono in poche. Entro cinque giorni attendono la convocazione del prefetto Perla Stancari: «Da quando c’è il Polo chirurgico, noi di Borgo Roma siamo diventati un ospedale di serie B. Invece siamo un presidio importante per tutta l’area Sud».