venerdì 14 maggio 2021

GIORNATA INTERNAZIONALE DEGLI INFERMIERI 2021

 12 MAGGIO 2021


Oggi è un grande giorno, oggi è la giornata dell'infermiere.....Ma lo è veramente?

 Non mi piacciono i giorni di commemorazione, è un po' come la festa della donna, della mamma o del papà..... e gli altri giorni spesso ci dimentichiamo di tutto... 

Ben venga una giornata in onore di questa PROFESSIONE, MA NON POSSIAMO FERMARCI A QUESTO....

Ci siamo già passati .... siamo stati prima incompetenti poi promossi a eroi per poi tornare nell'ombra.

La storia ci insegna che non è una giornata a cambiare le cose, abbiamo stipendi da terza media ( non me ne vogliano ma alle volte anche più bassi) e contratti scaduti.... avanzamenti e riconoscimenti professionali inesistenti se non per  amicizia di un direttore o di una direzione politica....ecc...


CARI COLLEGHI INFERMIERI PRIMA DI FESTEGGIARE LA NOSTRA GIORNATA.....CAMBIAMO TESTA, DIAMO UN VALORE ALLE NOSTRE AZIONI E ALLE NOSTRE IDEE SENZA INSEGUIRE LA LEGGE DEL PIÙ RUFFIANO VERSO CHI È AL POTERE, QUELLO È UN CANCRO....

Detto questo TANTI AUGURI A TUTTI NOI!

#giornatadellinfermiere  #infermieri #professionesanitaria


incollato che questa amministrazione qqqqq

venerdì 2 agosto 2019

Pronto Soccorso nuovi codici.Ora va tutto bene?

Riforma delle priorità in pronto soccorso.
Dimenticate il Rosso,Giallo,verde,bianco. Adesso abbiamo i numeri.
Già i numeri da 1 a 5. Questa la nuova rivoluzione giunta all'interno dei P.S. che ci permetterà di eliminare tutte le lunghe attese.

Con il codice:

1 - si avrà accesso immediato
2-  entro i 15 minuti (urgenza)
3 - entro 60 minuti(urgenza differita)
4 - entro 120 miniti ( urgenza minore)
5 - entro 240 minuti (Non urgente)

Ma siamo sicuri che questa sarà la panacea di tutti i mali?
Secondo noi assolutamente no. Serve assumere personale, serve che quando ci ricevono al pronto soccorso il medico che è addetto alle visite non abbia da visitare la coda di pazienti arrivata prima del suo turno  perché il collega prima non riesce da solo a smaltire i suoi e quelli del turno di prima ancora. Serve più autonomia per la professione infermieristica con relativo riconoscimento economico ed assunzioni immediate.
 Basta prenderci in giro con i soliti discorsi per favorire prima uno e poi l'altro professionista di casta


sabato 13 aprile 2019

INFERMIERI, NUOVO CODICE DEONTOLOGICO 2019

Codice Deontologico Infermieri 2019: testo, articoli e capi

Codice Deontologico degli Infermieri, approvato il 13 aprile 2019. Ecco il testo dei 53 articoli diviso in 8 capi.
Il Codice deontologico approvato all'unanimità dal Consiglio Nazionale il 13 aprile 2019 dopo 13 ore di dibattito alla presenza dei rappresentanti di 90 Ordini Provinciali.
Capo I Principi e valori professionali
Art. 1 – Valori
L’Infermiere è il professionista sanitario, iscritto all’Ordine delle Professioni Infermieristiche, che agisce in modo consapevole, autonomo e responsabile. È sostenuto da un insieme di valori e di saperi scientifici. Si pone come agente attivo nel contesto sociale a cui appartiene e in cui esercita, promuovendo la cultura del prendersi cura e della sicurezza.
Art. 2 – Azione
L’Infermiere orienta il suo agire al bene della persona, della famiglia e della collettività. Le sue azioni si realizzano e si sviluppano nell’ambito della pratica clinica, dell’organizzazione, dell’educazione e della ricerca.
Art. 3 – Rispetto e non discriminazione
L’Infermiere cura e si prende cura della persona assistita, nel rispetto della dignità, della libertà, dell’eguaglianza, delle sue scelte di vita e concezione di salute e benessere, senza alcuna distinzione sociale, di genere, di orientamento della sessualità, etnica, religiosa e culturale. Si astiene da ogni forma di discriminazione e colpevolizzazione nei confronti di tutti coloro che incontra nel suo operare.
Art. 4 – Relazione di cura
Nell'agire professionale l’Infermiere stabilisce una relazione di cura, utilizzando anche l'ascolto e il dialogo. Si fa garante che la persona assistita non sia mai lasciata in abbandono coinvolgendo, con il consenso dell’interessato, le sue figure di riferimento, nonché le altre figure professionali e istituzionali. Il tempo di relazione è tempo di cura.
Art. 5 – Questioni etiche
L'Infermiere si attiva per l'analisi dei dilemmi etici e contribuisce al loro approfondimento e alla loro discussione. Promuove il ricorso alla consulenza etica e al confronto, anche coinvolgendo l’Ordine Professionale.
Art. 6 – Libertà di coscienza
L’Infermiere si impegna a sostenere la relazione assistenziale anche qualora la persona assistita manifesti concezioni etiche diverse dalle proprie. Laddove quest’ultima esprima con persistenza una richiesta di attività in contrasto con i valori personali, i principi etici e professionali dell’infermiere, egli garantisce la continuità delle cure, assumendosi la responsabilità della propria astensione. L’infermiere si può avvalere della clausola di coscienza, ricercando costantemente il dialogo con la persona assistita, le altre figure professionali e le istituzioni.
Capo II Responsabilità assistenziale
Art. 7 – Cultura della salute
L’Infermiere promuove la cultura della salute favorendo stili di vita sani e la tutela ambientale nell’ottica dei determinanti della salute, della riduzione delle disuguaglianze e progettando specifici interventi educativi e informativi a singoli, gruppi e collettività.
Art. 8 – Educare all’essere professionista
L’Infermiere, nei diversi ruoli, si impegna attivamente nell’educazione e formazione professionale degli studenti e nell’inserimento dei nuovi colleghi.
Art. 9 – Ricerca scientifica e sperimentazione
L’Infermiere riconosce il valore della ricerca scientifica e della sperimentazione. Elabora, svolge e partecipa a percorsi di ricerca in ambito clinico assistenziale, organizzativo e formativo, rendendone disponibili i risultati.
Art. 10 – Conoscenza, formazione e aggiornamento
L’Infermiere fonda il proprio operato su conoscenze validate dalla comunità scientifica e aggiorna le competenze attraverso lo studio e la ricerca, il pensiero critico, la riflessione fondata sull’esperienza e le buone pratiche, al fine di garantire la qualità e la sicurezza delle attività. Pianifica, svolge e partecipa ad attività di formazione e adempie agli obblighi derivanti dal programma di Educazione Continua in Medicina.
Art. 11 – Supervisione e sicurezza
L’Infermiere si forma e chiede supervisione, laddove vi siano attività nuove o sulle quali si abbia limitata casistica e comunque ogni qualvolta ne ravvisi la necessità.
Capo III Rapporti professionali
Art.12 – Cooperazione e collaborazione
L’Infermiere si impegna a sostenere la cooperazione con i professionisti coinvolti nel percorso di cura, adottando comportamenti leali e collaborativi con i colleghi e gli altri operatori. Riconosce e valorizza il loro specifico apporto nel processo assistenziale.
Art. 13 – Agire competente, consulenza e condivisione delle informazioni
L’Infermiere agisce sulla base del proprio livello di competenza e ricorre, se necessario, alla consulenza e all’intervento di infermieri esperti o specialisti. Presta consulenza ponendo i suoi saperi e abilità a disposizione della propria e delle altre comunità professionali e istituzioni. Partecipa al percorso di cura e si adopera affinché la persona assistita disponga delle informazioni condivise con l’equipe, necessarie ai suoi bisogni di vita e alla scelta consapevole dei percorsi di cura proposti.
Art 14 – Posizione di protezione
L’Infermiere che rilevi uno stato di alterazione di natura psicofisica di un professionista o di altro operatore nelle sue funzioni, a qualunque livello di responsabilità, si adopera per proteggere e tutelare le persone assistite, la professione e il professionista, anche effettuando le opportune segnalazioni.
Art. 15 – Informazioni sullo stato di salute
L’Infermiere si assicura che l’interessato o la persona da lui indicata come riferimento, riceva informazioni sul suo stato di salute precise, complete e tempestive, condivise con l’equipe di cura, nel rispetto delle sue esigenze e con modalità culturalmente appropriate. Non si sostituisce ad altre figure professionali nel fornire informazioni che non siano di propria pertinenza.
Art. 16 - Interazione e integrazione
L’Infermiere riconosce l’interazione e l’integrazione intra e interprofessionale, quali elementi fondamentali per rispondere alle richieste della persona.
Capo IV Rapporti con le persone assistite
Art. 17 – Rapporto con la persona assistita nel percorso di cura
Nel percorso di cura l’Infermiere valorizza e accoglie il contributo della persona, il suo punto di vista e le sue emozioni e facilita l’espressione della sofferenza. L’Infermiere informa, coinvolge, educa e supporta l’interessato e con il suo libero consenso, le persone di riferimento, per favorire l’adesione al percorso di cura e per valutare e attivare le risorse disponibili.
Art. 18 – Dolore
L’Infermiere previene, rileva e documenta il dolore dell’assistito durante il percorso di cura. Si adopera, applicando le buone pratiche per la gestione del dolore e dei sintomi a esso correlati, nel rispetto delle volontà della persona.
Art. 19 – Confidenzialità e riservatezza
L’Infermiere garantisce e tutela la confidenzialità della relazione con la persona assistita e la riservatezza dei dati a essa relativi durante l’intero percorso di cura. Raccoglie, analizza e utilizza i dati in modo appropriato, limitandosi a ciò che è necessario all’assistenza infermieristica, nel rispetto dei diritti della persona e della normativa vigente.
Art. 20 – Rifiuto all’informazione
L’Infermiere rispetta la esplicita volontà della persona assistita di non essere informata sul proprio stato di salute. Nel caso in cui l’informazione rifiutata sia necessaria per prevenire un rischio per la salute di soggetti terzi, l’Infermiere si adopera a responsabilizzare l’assistito, fornendo le informazioni relative al rischio e alla condotta potenzialmente lesiva.
Art. 21 – Strategie e modalità comunicative
L’Infermiere sostiene la relazione con la persona assistita che si trova in condizioni che ne limitano l’espressione, attraverso strategie e modalità comunicative efficaci.
Art. 22 – Privazioni, violenze o maltrattamenti
Salvo gli obblighi di denuncia, l’Infermiere che rileva ed evidenzia privazioni, violenze o maltrattamenti sulla persona assistita, si attiva perché vi sia un rapido intervento a tutela dell’interessato.
Art. 23 – Volontà del minore
L’Infermiere, tenuto conto dell’età e del grado di maturità riscontrato, si adopera affinché sia presa in debita considerazione l’opinione del minore rispetto alle scelte curative, assistenziali e sperimentali, al fine di consentirgli di esprimere la sua volontà. L’Infermiere, quando iI minore consapevolmente si oppone alla scelta di cura, si adopera per superare il conflitto.
Art. 24 – Cura nel fine vita
L’Infermiere presta assistenza infermieristica fino al termine della vita della persona assistita. Riconosce l’importanza del gesto assistenziale, della pianificazione condivisa delle cure, della palliazione, del conforto ambientale, fisico, psicologico, relazionale e spirituale. L’Infermiere sostiene i familiari e le persone di riferimento della persona assistita nell’evoluzione finale della malattia, nel momento della perdita e nella fase di elaborazione del lutto.
Art. 25 – Volontà di limite agli interventi
L’Infermiere tutela la volontà della persona assistita di porre dei limiti agli interventi che ritiene non siano proporzionati alla sua condizione clinica o coerenti con la concezione di qualità della vita, espressa anche in forma anticipata dalla persona stessa.
Art 26 – Donazione di sangue, tessuti e organi
L’Infermiere favorisce l’informazione sulla donazione di sangue, tessuti e organi quale atto di solidarietà; educa e sostiene le persone coinvolte nel donare e nel ricevere.
Art. 27 – Segreto professionale
L’Infermiere rispetta sempre il segreto professionale non solo per obbligo giuridico, ma per intima convinzione e come espressione concreta del rapporto di fiducia con la persona assistita. La morte della persona assistita non esime l’Infermiere dal rispetto del segreto professionale.
Capo V Comunicazione
Art. 28 – Comportamento nella comunicazione
L’Infermiere nella comunicazione, anche attraverso mezzi informatici e social media, si comporta con decoro, correttezza, rispetto, trasparenza e veridicità; tutela la riservatezza delle persone e degli assistiti ponendo particolare attenzione nel pubblicare dati e immagini che possano ledere i singoli, le istituzioni, il decoro e l’immagine della professione.
Art. 29 – Valori nella comunicazione
L’Infermiere, anche attraverso l’utilizzo dei mezzi informatici e dei social media, comunica in modo scientifico ed etico, ricercando il dialogo e il confronto al fine di contribuire a un dibattito costruttivo.
Capo VI Organizzazione
Art. 30 – Responsabilità nell’organizzazione
L’Infermiere ai diversi livelli di responsabilità assistenziale, gestionale e formativa, partecipa e contribuisce alle scelte dell’organizzazione, alla definizione dei modelli assistenziali, formativi e organizzativi, all’equa allocazione delle risorse e alla valorizzazione della funzione infermieristica e del ruolo professionale.
Art 31 – Valutazione dell’organizzazione
L’Infermiere concorre alla valutazione del contesto organizzativo, gestionale e logistico in cui si trova la persona assistita per tutelarla. Formalizza e comunica il risultato delle sue valutazioni al fine di migliorare il contesto stesso. 
Art 32 – Partecipazione al governo clinico
L’Infermiere partecipa al governo clinico, promuove le migliori condizioni di sicurezza della persona assistita, fa propri i percorsi di prevenzione e gestione del rischio, anche infettivo, e aderisce fattivamente alle procedure operative, alle metodologie di analisi degli eventi accaduti e alle modalità di informazione alle persone coinvolte.
Art 33 – Documentazione clinica
L’Infermiere è responsabile della redazione accurata della documentazione clinica di competenza, ponendo in risalto l’importanza della sua completezza e veridicità anche ai fini del consenso o diniego, consapevolmente espresso dalla persona assistita al trattamento infermieristico.
Art 34 – Risoluzione dei contrasti
L’Infermiere, qualora l’organizzazione chiedesse o pianificasse attività clinico assistenziali, gestionali o formative, in contrasto con principi, valori e con le norme della professione, a tutti i livelli di responsabilità, segnala la situazione agli organi competenti e si attiva per proporre soluzioni alternative.
Art 35 – Contenzione
L’Infermiere riconosce che la contenzione non è atto terapeutico. Essa ha esclusivamente carattere cautelare di natura eccezionale e temporanea; può essere attuata dall’equipe o, in caso di urgenza indifferibile, anche dal solo Infermiere se ricorrono i presupposti dello stato di necessità, per tutelare la sicurezza della persona assistita, delle altre persone e degli operatori. La contenzione deve comunque essere motivata e annotata nella documentazione clinico assistenziale, deve essere temporanea e monitorata nel corso del tempo per verificare se permangono le condizioni che ne hanno giustificato l’attuazione e se ha inciso negativamente sulle condizioni di salute della persona assistita.
Art. 36 – Operatori di supporto
L’Infermiere ai diversi livelli di responsabilità clinica e gestionale pianifica, supervisiona, verifica, per la sicurezza dell’assistito, l’attività degli operatori di supporto presenti nel processo assistenziale e a lui affidati.
Art. 37 – Linee guida e buone pratiche assistenziali
L’Infermiere, in ragione del suo elevato livello di responsabilità professionale, si attiene alle pertinenti linee guida e buone pratiche clinico assistenziali e vigila sulla loro corretta applicazione, promuovendone il continuo aggiornamento.
Art. 38 – Segnalazioni all’Ordine Professionale
L’Infermiere segnala al proprio Ordine le attività di cura e assistenza infermieristica inappropriate e prive di basi, di riscontri scientifici e di risultati validati. 
Capo VII Libera professione
Art. 39 – Esercizio della libera professione
L’Infermiere, nell’esercizio libero professionale, si adopera affinché sia rispettata la leale concorrenza e valorizza il proprio operato anche attraverso il principio dell’equo compenso.
Art. 40 – Contratto di cura
L’Infermiere, con trasparenza, correttezza e nel rispetto delle norme vigenti, formalizza con la persona assistita apposito contratto di cura che evidenzi l’adeguata e appropriata presa in carico dei bisogni assistenziali, quanto espresso dalla persona in termini di assenso/dissenso informato rispetto a quanto proposto, gli elementi espliciti di tutela dei dati personali e gli elementi che compongono il compenso professionale.
Art 41 – Sicurezza e continuità delle cure
L’Infermiere che opera in regime di libera professione tutela la sicurezza e la continuità delle cure delle persone assistite anche rispettando i propri tempi di recupero biofisiologico.
Capo VIII Disposizioni finali
Art 42 – Libertà da condizionamenti
L’Infermiere e l’Ordine Professionale si impegnano affinché l’agire del professionista sia libero da impropri condizionamenti e interessi nonché da indebite pressioni di soggetti terzi tra cui persone di riferimento, altri operatori, imprese e associazioni.
Art. 43 – Conflitto d’interesse
L’Infermiere che si dovesse trovare in situazione di conflitto di interesse lo dichiara espressamente.
Art. 44 – Contrasto all’esercizio abusivo della professione
L’Infermiere e l’Ordine Professionale contrastano e denunciano l’esercizio abusivo della professione infermieristica e il lavoro sommerso.
Art. 45 – Decoro
L’Infermiere cura la propria persona e il decoro personale.
Art. 46 – Rappresentanza professionale e comunicazione pubblicitaria
L’Infermiere esercita la funzione di rappresentanza della professione con dignità, correttezza e trasparenza. Utilizza espressioni e adotta comportamenti che sostengono e promuovono il decoro e l’immagine della comunità professionale e dei suoi attori istituzionali. Osserva le indicazioni dell’Ordine Professionale nella informazione e comunicazione pubblicitaria.
Art. 47 – Obbligo di rispetto delle norme
L’Infermiere rispetta le norme e gli adempimenti amministrativi, giuridici e deontologici, che riguardano la professione, anche attenendosi alle linee di indirizzo dell’Ordine Professionale.
Art. 48 – Attività consulenziale e peritale
L’Infermiere non svolge attività di natura consulenziale e peritale se non è in effettivo possesso delle specifiche competenze richieste dal caso. In ogni caso questa attività deve essere svolta nel rispetto dei principi deontologici caratterizzanti la professione, evitando ogni conflitto di interesse e le situazioni in cui sia limitata la sua indipendenza. L’Infermiere in ambito peritale interpreta le evidenze del caso sulla base delle conoscenze scientifiche del momento, fornendo pareri ispirati alla prudente valutazione della condotta dei soggetti coinvolti.
Art. 49 – Natura vincolante delle norme deontologiche
Le norme deontologiche contenute nel presente Codice Deontologico sono vincolanti per tutti gli iscritti all’Ordine delle Professioni Infermieristiche; la loro inosservanza è sanzionata dall’Ordine professionale tenendo conto della volontarietà della condotta, della gravità e della eventuale reiterazione della stessa, in contrasto con il decoro e la dignità professionale.
Art. 50 - Ordini Professionali. Enti sussidiari dello Stato
Gli Ordini Professionali recepiscono e attuano le indicazioni normative e regolamentari inerenti il loro essere Enti sussidiari dello Stato.
Art. 51 – Ordini professionali. Codice Deontologico
Gli Ordini delle Professioni Infermieristiche provinciali sono tenuti a recepire il presente Codice e a garantire il rispetto delle norme, nel quadro dell’azione di indirizzo e coordinamento esercitata dalla Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche; sono tenuti inoltre a consegnare ufficialmente o, comunque, a inviare ai singoli iscritti agli Albi, il Codice Deontologico e a tenere periodicamente corsi di aggiornamento e di approfondimento in materia deontologica.
Art. 52 – Ordini professionali e altri ruoli pubblici
L’Ordine Professionale non interviene nei confronti dell’Infermiere impegnato in incarichi politico istituzionali nell’esercizio delle relative funzioni.
Art. 53 – Clausola finale
Ogni altro comportamento che violi il decoro e la dignità professionale è sanzionabile dall’Ordine.

martedì 18 settembre 2018

Infermieri, Di Maio a La7: al lavoro per stipendi più alti e più rispetto!

Il Ministro Luigi Di Maio torna a parlare degli infermieri dagli studi di La7: siamo al lavoro per dargli lo stipendio ed il rispetto che meritano!

Non solo assunzioni, come dichiarato qualche mese fa (leggi qui!): per ilMinistro del Lavoro Luigi Di Maio esiste un vero e proprio progetto infermieri.
Davanti alle telecamere della trasmissione l'Aria che tira,il leader pentastellato ha dichiarato: "Sono dell'idea che gli infermieri guadagnano fin troppo poco in questo Paese e lavoreremo per dargli sicuramente una dignità di stipendio rispetto al lavoro che fanno".
Dichiarazioni che non possono che far contenti i 450mila infermieri italiani!


fonte assocare

martedì 6 dicembre 2016

Emendamento infermiere professione usurante: intervista alla Portavoce Tiziana Ciprini

Tempo fa' INFERMIERI IN LINEA vi ha parlato della votazione avvenuta al governo riguardante l'emendamento proposto dal movimento 5 stelle nella qualità della cittadina Tiziana Ciprini, che proponeva di definire "lavoro usurante" la professione infermieristica.
Vi proponiamo l'intervista pubblicata da Andrea Tirotto per infermieristicamente ....







lunedì 28 novembre 2016

Infermieri e lavoro usurante? La camera dice no!!

La Commissione Bilancio della Camera dei Deputati del Governo Renzi dice NO!!!
Ha respinto l'emendamento con cui si chiedeva di inserire la professione infermieristica tra quelle usuranti, proposto dal Movimento 5 Stelle  a prescindere dai turni di lavoro. Forse semplicemente perchè lo hanno proposto i grillini? 

Nel contesto della discussione sulla Legge di bilancio alla Camera arriva la bocciatura dell'emendamento.
Brutta notizia quindi per tutti quegli infermieri che ogni giorno affrontano sofferenze, carichi lavorativi, compensazioni, mancati riposi, ferie non godute e straordinari non pagati, pur non lavorando di notte.

Nella sostanza quindi l'orientamento è quello di considerare usurante il lavoro a turno, senza comprendere che, nel caso della professione infermieristica, la connotazione usurante è insita nel ruolo e nel contesto, non soltanto nell'orologio.


lunedì 21 marzo 2016

HOW DO YOU SEE ME? LA SINDROME DI DOWN



Il 21 marzo si celebra l'11ma edizione della Giornata Mondiale sulla Sindrome di Down (o Trisomia 21) attraverso la campagnaHow do you see me? (#HowDoYouSeeMe e #WDSD16). Il tema di quest'anno è vivere una vita ricca di relazioni sociali soddisfacenti grazie al supporto della comunità, della famiglia, degli amici, dei colleghi di lavoro, dicendo no alla discriminazione e ai pregiudizi. CoorDown Onlus ha lanciato, in collaborazione con Saatchi & Saatchi New York, la campagna di sensibilizzazioneattraverso il video How do you see me? 
Protagonista del video è AnnaRose, una giovane ragazza con sindrome di Down che racconta la sua vita. Una vita piena di significato, ricca di opportunità, di amicizie e di affetto, ma anche di sfide e momenti di difficoltà. Questa vita prende forma sullo schermo grazie all'attrice Olivia Wilde. La metafora intende stimolare una riflessione su come le persone con sindrome di Down vedano se stesse e su come siano spesso vittime di discriminazioni basate su preconcetti e aspettative stereotipate.
«Con questo film vogliamo contribuire a un cambiamento culturale. Solo quando la disabilità sarà percepita come una delle sfaccettature della diversità si potrà davvero fare inclusione, riconoscendo l’unicità di ogni individuo. L’obiettivo è far volgere lo sguardo oltre gli stereotipi, costruire un nuovo immaginario collettivo e promuovere un’alfabetizzazione alla disabilità», spiega il presidente di CoorDown Onlus Sergio Silvestre.















sabato 12 marzo 2016

Lazio. Bissoni: “Programmi operativi 2016-18 garantiranno definitivo sblocco del turn over”

Lo ha annunciato il subcommissario per l’attuazione del Piano di rientro, durante la Conferenza dei servizi del San Camillo. Il direttore della cabina di regia della sanità, Alessio D'Amato, ha sottolineato che “stiamo andando verso uscita deficit, garantendo risarcimento fiscale a imprese e cittadini". Il dg dell'A.O, Antonio D'Urso, ha garantito che “i 20 posti letto di rianimazione sono operativi”. Amarezza e insoddisfazione sul fronte sindacale.


I Programmi operativi della sanità laziale, che riguarderanno il triennio 2016-18, consentiranno “di uscire dal meccanismo che ha determinato il blocco del turn over che spesso si è tradotto in tagli lineari e permetteranno di abbandonare le dinamiche dei vincoli a priori, ripristinando una politica ordinaria di gestione del personale”. Lo ha garantito il subcommissario per l’attuazione del Piano di rientro, Giovanni Bissoni, nel corso della Conferenza dei servizi dell’Azienda ospedaliera San Camillo che ha registrato un’importante novità. I nuovi piano di riordino ospedaliero, inseriti nell’ultima Legge di stabilità, “prevedono il raggiungimento del pareggio di bilancio nel triennio – ha ricordato Bissoni – Tuttavia il perseguimento dell’equilibrio dei conti necessita di tempi fisiologici, soprattutto per quanto riguarda strutture della portata del San Camillo, quindi il termine dei tre anni potrà essere rimodulato, anche perché in caso contrario si rischierebbe di uccidere l’azienda”.

Allo stato attuale il buco di bilancio dell’Azienda ospedaliera ammonta a circa 158 milioni ma, ha spiegato il subcommissario del Lazio, “criteri e parametri di valutazione potrebbero essere rivisti, comportando un abbassamento del deficit pari al 30%. Nel caso del San Camillo si scenderebbe così a circa 90 mln”. Nel complesso l’azione di riordino ospedaliero “regge soltanto se in parallelo si attua il riordino territoriale. Allo stesso tempo “occorre rinsaldare le procedure di accreditamento, che non possono consistere esclusivamente in un’autorizzazione rafforzata, ma che devono implicare anche una valutazione dei processi assistenziali”.

Il Lazio ha comunque avviato un percorso che, in tempi stretti, dovrebbe finalmente condurlo all’uscita da un Piano di rientro in atto dal febbraio del 2007. “Allora il buco era di 1,3 mld, mentre oggi siamo riusciti a scremarlo sino a 0,3 milioni – sottolinea Alessio D’Amato, direttore della cabina di regia della sanità nel Lazio – E allo stato attuale possiamo evidenziare il margine operativo con il segno meno più tenue degli ultimi anni”. Tutto ciò significa “poter garantire un autentico risarcimento fiscale a cittadini e imprese, che hanno pagato il maxi deficit in sanità con un aumento enorme delle addizionali e degli oneri. Stiamo rimettendo a posto i conti, ma contestualmente riportiamo i Lea del Lazio sopra la soglia di criticità, un’autentica novità per la regione: abbiamo superato la quota minima di 160, raggiungendo la cifra di 168”. Per questo, chiarisce D’Amato, “anche la nuova normativa sui Piani di rientro delle aziende ospedaliere non potrà non tener conto del percorso che abbiamo già intrapreso”.

Il direttore generale del San Camillo, Antonio D’Urso, ha radiografato nel dettaglio le ultime novità in seno all’azienda, ricordando che “la struttura è enorme e misura quanto 40 campi da calcio”. In particolare ha evidenziato “la realizzazione di 20 posti letto di rianimazione che stanno iniziando ad essere operativi in questi giorni; il finanziamento della Regione sul nuovo Pronto soccorso e l'approvazione del progetto per la nuova maternità. Si tratta di traguardi enormi che miglioreranno la qualità delle cure e la sicurezza". Obiettivo importante è anche quello di trasformare la Piastra nel centro nevralgico del San Camillo. “Vogliamo potenziare le eccellenze e le linee chirurgiche- ha riferito- soprattutto tramite la valorizzazione della cardiochirurgia e attraverso cinque nuove sale operatorie al Lancisi che saranno pronte a fine mese. Ma anche grazie alla concentrazione dell'alta complessità nella Piastra. Altra priorità riguarderà la separazione tra urgenza ed elezione, un nodo non più eludibile”.

Sul fronte sindacale sembrano, invece, prevalere amarezza e delusione. “La Regione ci dica se dobbiamo essere un ospedale di alta specializzazione oppure del territorio – ha chiesto Sandro Petrolati, segretario aziendale dell’Anaao Assomed – Con le attuali risorse finanziarie e di personale è infatti impossibile assurgere a entrambe le funzioni. Nonostante l’iniezione garantita dal Giubileo, le dotazioni organiche sono ancora insufficienti e ci sono ancora struttura in cui buona parte delle apicalità è costituita da precari. Senza dimenticare che i supporti informatici versano in condizioni drammatiche e che la sicurezza nell’ospedale scarseggia”. Sulla stessa lunghezza d’onda Andrea Fidanza, coordinatore Rsu. “L’età media degli operatori – ha osservato è sempre di 56 anni e, progressivamente, si stanno chiedendo sempre maggiori sforzi a fronte di riconoscimenti economici decrescenti. Questo avviene perché la Regione è riuscita effettivamente a migliorare i conti, ma facendo cassa esclusivamente sul personale”.

Gennaro Barbieri



Fonte: quotidiano sanità.it

Lombardia. Cgil conferma sciopero il 7 aprile: “Subito piano assunzioni in sanità per garantire i servizi”

“Contestiamo la decisione di assumere nuovo personale per i pronto soccorso e le terapie intensive riducendo gli organici attuali degli altri reparti e in più reperendo i 25 milioni necessari tagliando gli attuali budget di spesa per il personale”.


La Regione da un lato chiede al governo nazionale di rivedere i vincoli finanziari che impedirebbero nuove assunzioni, con il taglio dei costi del personale nella misura dell’1,4% della spesa del 2004. Ma dall’altro non perde il vizio di prendere decisioni che riguardano direttamente la vita del personale delle aziende sanitarie evitando il confronto con i rappresentanti dei lavoratori. E’ l’accusa formulata all’amministrazione da parte della Funzione Pubblica Cgil Lombardia.

Il 29 febbraio, riferisce il sindacato, la Direzione Generale Sanità ha inviato al Ministero della Salute la determinazione dei fabbisogni di personale richiesta per dare la giusta applicazione alla normativa europea sugli orari di lavoro, stabilendo che in Lombardia servono 500 nuove assunzioni di medici e infermieri. “Ora apprendiamo – sottolinea una nota - che i direttori generali delle nuove ASST e ATS hanno rilevato che tra nuovi ingressi e sostituzione del personale in via di pensionamento occorre prevedere oltre 3.000 assunzioni di diverse figure professionali (il 3% dell’attuale forza lavoro), di cui 500 solo per medici e infermieri dei pronto soccorso e per i reparti di terapia intensiva, per un costo di 25 milioni di euro”.

Per la Cgil queste stime potrebbero essere sottodimensionate se si considera il reale stato di efficienza del personale in servizio. Poche settimane fa, infatti, uno studio dell’Università Bocconi ha rilevato come gli attuali organici risentano di pesanti turni di lavoro che, negli anni, li ha resi non pienamente idonei alle mansioni d’assunzione a causa della movimentazione di carichi e pazienti (in Lombardia circa 1.500 sarebbero in questa condizione).

“Contestiamo la decisione di assumere nuovo personale per i pronto soccorso e le terapie intensive riducendo gli organici attuali degli altri reparti e in più reperendo i 25 milioni necessari tagliando gli attuali budget di spesa per il personale. In pratica i nuovi lavoratori potranno essere assunti solo pagandoli con le retribuzioni di chi già oggi è in servizio, mentre i servizi di emergenza e urgenza potranno essere garantiti solo riducendo o chiudendo altri servizi”. Per questo, annuncia il sindacato, giovedì 7 aprile i lavoratori della sanità lombarda sciopereranno assieme agli altri lavoratori pubblici e a quelli della sanità privata per rivendicare i giusti rinnovi contrattuali. Ma anche perché il Governo e la Regione sono parimenti responsabili del progressivo taglio dei servizi ai cittadini attraverso la drastica riduzione del personale.

“Si apra dunque – conclude la nota - una vera vertenza occupazione in Lombardia, per garantire il rispetto del giusto orario di lavoro degli operatori sanitari. Si stabiliscano gli effettivi fabbisogni di organico per garantire servizi di qualità e in sicurezza per i cittadini lombardi. Solo dal confronto vero e responsabile con le rappresentanze dei lavoratori si potranno trovare le migliori soluzioni”.





Fonte: quotidianosanita.it

Sicilia. Gucciardi: “Non pretendiamo elemosine da Roma, ma siano riconosciuti i nostri sforzi”

L’assessore è intervenuto alla presentazione della nuova dotazione organica dell'Asp di Trapani, dove sono previste 971 nuove unità. Per Gucciardi “troppi anni erano passati senza che nella sanità siciliana fossero immesse nuove professionalità, per dare ai siciliani il diritto a un’offerta di salute di qualità”.


“Quando la scorsa estate mi sono insediato la mia prima richiesta è stata quella che gli atti aziendali con le nuove dotazioni organiche delle 17 ASP e aziende sanitarie siciliane fossero predisposti entro il 30 settembre 2015. Troppi anni infatti erano passati senza che nella sanità siciliana fossero immesse nuove professionalità, per dare ai siciliani il diritto a un’offerta di salute di qualità”. Ad affermarlo è stato l’assessore alla sanità della regione Siciliana, Baldo Gucciardi, intervenendo ieri alla presentazione della nuova dotazione organica dell'Asp di Trapani. Nel suo intervento Gucciardi ha anche definito “un atto di giustizia rimodulare il tetto di spesa del personale sanitario per le varie Asp riequilibrandolo, pur mantenendo invariata la spesa complessiva di 2 miliardi e 365 milioni di euro”.

L’assessore ha quindi voluto sottolineare i risultati raggiunti dalla Sanità siciliana: “Pochi se ne sono accorti ma la sanità siciliana a differenza di altre regioni, dopo lo scorso  25 novembre con l’obbligo del tempo massimo di lavoro settimanale e del riposo minimo garantito, non è andata in tilt, grazie all’impegno e al sacrificio di tutti gli operatori, così come pochi si sono accorti che il ministero della Salute ha certificato come la Sicilia sia all’ottavo posto tra le regioni per quanto riguarda i Lea, i livelli minimi di assistenza, prima regione del Sud, o che vi sono regioni cosiddette virtuose che hanno percentuali di punti nascita sotto i 500 parti l’anno più alte di noi. Abbiamo avviato un percorso virtuoso – ha concluso Gucciardi -, non pretendiamo elemosine da Roma, ma che vengano riconosciuti i nostri sforzi”.

La nuova dotazione organica dell'Asp di Trapani Con l’emanazione del decreto dell’assessore regionale alla Salute con cui si approva l’”Atto aziendale dell’Azienda sanitaria provinciale di Trapani”, è giunto a conclusione l’iter procedurale del nuovo assetto organizzativo e di risorse umane predisposto con la delibera del direttore generale n.3913 del 28 settembre 2015. “Abbiamo ridisegnato la rete ospedaliera di questa ASP – ha detto il direttore generale dell’Asp, Fabrizio De Nicola - nel rispetto del tetto di spesa che con l’incremento determinato dall’Assessorato, raggiunge così 191 milioni 463 mila euro. La necessità quindi è stata da un lato quella di dover garantire  il suindicato tetto di spesa, dall’altro i LEA ( i livelli essenziali di assistenza)  previsti dal ministero, sia nell’area ospedaliera che territoriale. Abbiamo così definito la nuova dotazione organica, per un numero complessivo di  4.176 unità di personale (rispetto alle 3.665 della precedente dotazione del 2011). Si tratta così di 511 unità in più ( 101 medici e 404 unità di comparto)  che permetteranno di garantire i LEA in tutte le strutture dell’Azienda, con particolare attenzione alle  Aree di Emergenza e Punti nascita, avendo previsto al riguardo un incremento di personale nei Pronto Soccorso, in relazione alla presenza di OBI (Osservazione Breve Intensiva) e di attività di Triage, i cui posti letto sono stati oggi attivati in tutti i presidi ospedalieri dell’ASP”.

Non solo. “In questi anni – ha aggiunto De Nicola –in cui non abbiamo potuto reintegrare con nuove assunzioni il personale che è andato in pensione,  anche il numero della vecchia pianta organica è decresciuto con la perdita di 235 medici e 225 di comparto, tra infermieri, operatori socio sanitari e ausiliari. Pertanto le nuove assunzioni previste – ha aggiunto - sono così di ben 971 unità, che consente di incrementare tutte le strutture ospedaliere della provincia”.

E’ stato inoltre previsto l’inserimento di alcune figure professionali ritenute strategiche, per i compiti di programmazione, pianificazione, controllo e gestione aziendale, informatizzazione dei servizi, gestione delle risorse energetiche, internal auditor, statistici (registro tumori), fisici sanitari, assistenti sociali. Le nuove assunzioni permetteranno inoltre di attivare tutti i posti letto dei nostri presidi ospedalieri,  e così ad esempio l’ospedale di Trapani dai 258 posti letto passerà a 330, quello di Marsala da 117 a 196 e Mazara del Vallo da 52 a 128.

“Attiveremo una task force – ha proseguito il direttore generale – che si occuperà di attivare tutte le procedure di stabilizzazione , di mobilità e concorsuali, per accelerare al massimo il percorso”.

In una nota la Asp cita infine alcune strutture attivate o in vista di realizzazione: a Trapani si crea un Polo Cardiovascolare con Chirurgia vascolare ed emodinamica, mentre la Neurologia avrà la neuroriabilitazione e la rete di Stroke Unit di II livello, e la Radiodiagnostica sarà dotata di screening mammografico e di Medicina nucleare, con la nuova PET che sarà inaugurata nelle prossime settimane. Infine per completare le strutture dedicate alla oncologia, è prevista la realizzazione di una struttura di Radioterapia con quattro posti letto.

Ad Alcamo sarà attivata una nuova Unità dipartimentale di Screening Colon-rettale ed Endoscopia chirurgica. A Pantelleria all’ospedale, che passerà da 18 a ben 42 medici, si è dovuto sospendere temporaneamente l’attività del Punto Nascita di Pantelleria, nelle more della sua messa in sicurezza, garantendo l’assistenza prenatale di base e dell’evento nascita presso l’ospedale isolano esclusivamente per le gravidanze a basso rischio, mentre l’assistenza addizionale per complicanze moderate e/o severe, fino all’espletamento del parto, viene garantita dal Punto Nascita di 2° livello del P.O. “S. Antonio Abate” di Trapani, e mantenendo l’elisoccorso H24, , mentre è allo studio di fare di Pantelleria un hub che serva anche le Pelagie.

Nell’ospedale di Marsala vengono implementate alcune strutture ospedaliere specialistiche come Urologia, istituite unità operative complesse di malattie infettive, chirurgia plastica con Breast – Unit, di diabetologia e unità operative semplici di Pneumologia e di chirurgia laparoscopica, mentre permarrà un servizio ambulatoriale di Oculistica che continuerà ad effettuare le prestazioni specialistiche fino a oggi erogate, come le consulenze per il pronto soccorso, i day service, gli esami del campo visivo, le fluorangiografie. “L'assessore – spiega la Asp - comunque verificherà se il decreto Balduzzi permetterà di istituire l'unità”.

A Salemi è istituita una UOC di Chirurgia Generale con 12 posti letto, mentre la struttura di Riabilitazione, con 32 posti letto, sarà capofila provinciale. A Castelvetrano saranno mantenute le specialistiche di carattere generale, compresa la pediatria e l’Oncologia con Oncoematologia, e in più verranno attivati 16 posti letto di Lungodegenza aggregati alla Medicina Generale e un Servizio di Stroke Unit per la cura dell’ictus. Nel nuovo ospedale di Mazara del Vallo, in via di completamento, viene istituita una struttura di chirurgia oncologica presso la chirurgia generale a corredo di un indirizzo prevalentemente oncologico del presidio, per il quale è prevista anche la Radioterapia. Verrà attivata anche la gastroentorologia con 4 posti letto e una struttura semplice di Ortopedia e una di Riabilitazione.



Fonte: http://www.quotidianosanita.it



giovedì 25 febbraio 2016

All’Asp di Palermo sarà una Festa della donna all’insegna della prevenzione

Sara’ possibile effettuare gratuitamente mammografia, pap test e sof test

PALERMO, 25 febbraio - Festa della donna all’insegna della prevenzione. E’ la proposta dell’Asp di Palermo che il prossimo 8 marzo aprirà i battenti di ospedali ed ambulatori per il primo “Open day” del 2016. Medici, tecnici e personale dedicato all’accoglienza dell’Azienda sanitaria provinciale garantiranno gratuitamente mammografia e pap-test alle donne che rientrano nella fascia d’età individuata dai programmi di screening: 50-69 anni per la prevenzione del tumore al seno e 25-64 anni per il carcinoma del collo dell’utero. Nell’ambito del progetto di prevenzione del tumore al colon-retto sarà distribuito il sof test (per la ricerca del sangue occulto nelle feci).
“Il programma delle iniziative sulla prevenzione – ha spiegato il direttore generale dell’Asp di Palermo, Antonio Candela - prenderà il via quest’anno l’8 marzo perché vogliamo regalare a tutte le donne una festa all’insegna della prevenzione. I nostri ambulatori saranno aperti dalle ore 9 alle 19 per offrire gratuitamente tutte quelle prestazioni che ci hanno consentito negli ultimi anni di salvare tante vite umane”.
Sono 8 le strutture di città e provincia dell’Asp coinvolte nell’iniziativa: Villa delle Ginestre, l’Ex IPAI di via Carmelo Onorato, l’Ospedale Ingrassia ed il PTA (Presidio Territoriale di Assistenza) Enrico Albanese, mentre in provincia all’Ospedale di Partinico, al “Cimino” di Termini Imerese, al “Dei Bianchi” di Corleone” ed al PTA di Bagheria.
Per ogni utente che si sottoporrà allo screening, verrà redatta una cartella clinica. In caso di test positivo, l'utente sarà avviato ad un percorso programmato e pianificato di approfondimento diagnostico e terapeutico del tutto gratuito, nel rispetto di rigorosi indicatori di qualità previsti a livello nazionale e internazionale.
“Lo scopo – ha sottolineato Candela - è di diagnosticare precocemente la malattia in una fase asintomatica in cui il trattamento ha un’elevata probabilità di successo”.
Sono coinvolte nell’iniziativa la LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori), l’Associazione “Serena a Palermo” e l’Airc (Associazione italiana ricerca sul cancro) Sicilia.



fonte:http://www.monrealenews.it/

Assenteismo: Asl LE licenzia infermieri

(ANSA) - LECCE, 23 FEB - La dirigenza della Asl di Lecce ha comunicato di aver attivato un procedimento disciplinare nei confronti di sei operatori e di un direttore di struttura complessa dell'azienda accusati a vario titolo di assenteismo e mancata vigilanza. Sono stati licenziati cinque tra operatori socio-sanitari e infermieri in servizio al pronto soccorso dell'ospedale 'Delli Ponti' di Scorrano mentre per il direttore e il coordinatore infermieristico dello stesso reparto è scattata la sospensione dal servizio - rispettivamente per tre e quattro mesi - con privazione dello stipendio per mancata vigilanza del personale assegnato. La sanzione del licenziamento disciplinare con preavviso è stata adottata dopo l'accertamento di numerosi giorni di assenza ingiustificata nel 2015 in applicazione di quanto previsto dalla cosiddetta riforma Brunetta. Il provvedimento scaturisce da una indagine interna avviata in seguito ad un esposto anonimo arrivato alla direzione della Asl.


Concorso infermieri, 2.700 per 5 posti - Torino, da tutta Italia al Palazzetto dello Sport Palaruffini

(ANSA) - TORINO, 24 FEB - Sono arrivati da tutta Italia al Palaruffini di Torino per contendersi cinque posti di infermiere: 2.700 persone hanno partecipato alla preselezione del concorso indetto dall'Asl To3 di Collegno e dall'azienda San Luigi di Orbassano. Una partecipazione superiore alle attese della Commissione d'esami dal momento che in genere ai concorsi pubblici partecipa fra il 50 e il 60% di chi ha inoltrato mesi prima la domanda: in questo caso 3.600, quindi la stima era dai 1.800 ai 2.000 arrivi.
    Tutte le procedure si sono svolte in modo regolare: l'arrivo dei candidati entro le 10, la registrazione veloce grazie a decine di postazioni, la sistemazione nel palazzetto, la chiusura delle porte esterne alle 12. Solo sei i candidati che dopo avere preso posto per la prova hanno cambiato idea e hanno abbandonato il concorso.
    La graduatoria sarà valida per tre anni - ricorda la Asl To3 - e consentirà di acquisire gli infermieri di cui le due aziende hanno necessità secondo le disposizioni regionali.



Olio di palma: interviene l'Istituto Superiore di Sanità

Su richiesta del Ministero della Salute, l'Istituto Superiore di Sanità ha elaborato un parere sulle conseguenze per la salute dell'utilizzo dell'olio di palma come ingrediente alimentare.
Questa sostanza è salita alla ribalta del grande pubblico per i possibili effetti dannosi sulla salute.
L'olio di palma, infatti, è un ingrediente largamente impiegato nell'industria alimentare e rappresenta una rilevante fonte di acidi grassi saturi. Esso è infatti composto per il 50% da acidi grassi saturi (quasi esclusivamente acido palmitico), per il 40% da acidi grassi monoinsaturi (acido oleico) e per il restante 10% da acidi grassi poliinsaturi (acido linoleico).
Su incarico del Ministero, l'Istituto Superiore di Sanità ha stimato il contributo dell'olio di palma all'assunzione complessiva di acidi grassi saturi con la dieta.
Infatti, oltre a quelli contenuti nell'olio di palma aggiunto agli alimenti durante la trasformazione industriale, acidi grassi saturi vengono assunti attraverso il consumo di molti alimenti non trasformati che li contengono naturalmente, come latte e derivati, uova e carne.
Nel complesso, i principali organismi sanitari nazionali e internazionali raccomandano livelli di assunzione di acidi grassi saturi non superiori al 10% delle calorie totali.
Le stime di assunzione di acidi grassi saturi effettuate dall'Istituto Superiore di Sanità riportano un consumo nella popolazione generale adulta di circa 27 grammi al giorno, con un contributo dell'olio di palma stimato tra i 2,5 e i 4,7 grammi. Nei bambini di età 3-10 anni, le stime indicano un consumo di acidi grassi saturi tra i 24 e 27 grammi al giorno, con un contributo di saturi da olio di palma tra i 4,4 vs. 7,7 grammi.
Queste stime sono state ottenute utilizzando come riferimento i dati dei consumo degli alimenti in Italia riferiti agli anni 2005-2006 (gli unici disponibili al momento) e che quindi un aggiornamento di questi possa portare a definire diversi livelli di esposizione agli acidi grassi saturi da parte della popolazione italiana, tanto più che negli ultimi dieci anni si è osservato un trend di crescita delle importazioni in Italia di olio di palma a scopo alimentare, trend che sottende lo spostamento dell'industria alimentare dall'uso di margarine e burro, a quello di olio di palma.
Complessivamente emerge che il consumo totale di acidi grassi saturi nella popolazione adulta italiana è di poco superiore (11,2%) all'obiettivo suggerito per la prevenzione (inferiore al 10 % delle calorie totali giornaliere). Il consumo complessivo di grassi saturi nei bambini tra i 3 e i 10 anni risulta superiore all'obiettivo fisso del 10%. Occorre tuttavia considerare che i dati di assunzione nelle fasce di età tra i 3 e 10 anni unificano età in cui i consumi si differenziano in maniera significativa e vanno pertanto interpretati con cautela, tenendo anche presente il maggior fabbisogno fisiologico di grassi saturi nei neonati e nei primi anni di vita.
L'Istituto Superiore di Sanità conclude che non ci sono evidenze dirette nella letteratura scientifica che l'olio di palma, come fonte di acidi grassi saturi, abbia un effetto diverso sul rischio cardiovascolare rispetto agli altri grassi con simile composizione percentuale di grassi saturi e mono/poliinsaturi, quali, ad esempio, il burro. Il minor effetto di altri grassi vegetali, come ad esempio l'olio di girasole, nel modificare l'assetto lipidico plasmatico è dovuto al minor apporto di acidi grassi saturi e al contemporaneo maggior apporto di polinsaturi. Il suo consumo non è correlato all'aumento di fattori di rischio per malattie cardiovascolari nei soggetti normo-colesterolemici, normopeso, giovani e che assumano contemporaneamente le quantità adeguate di polinsaturi. Nel contempo, fasce di popolazione quali bambini, anziani, dislipidemici, obesi, pazienti con pregressi eventi cardiovascolari, ipertesi possono presentare una maggiore vulnerabilità rispetto alla popolazione generale. Per tale ragione, nel contesto di un regime dietetico vario e bilanciato, comprendente alimenti naturalmente contenenti acidi grassi saturi (carne, latticini, uova), occorre ribadire la necessità di contenere il consumo di alimenti apportatori di elevate quantità di grassi saturi


TUMORI, USA IL TALCO E MUORE PER UN CANCRO: MULTINAZIONALE CONDANNATA

Con una storica sentenza un tribunale dello stato Usa del Missouri ha ordinato alla multinazionale americana Johnson & Johnson (J&J) di pagare 72 milioni di dollari (l’equivalente di più di 65 milioni di euro) alla famiglia di una donna morta di cancro secondo cui il decesso è stato provocato dall’uso prolungato del borotalco.

Il giudice ha infatti imposto alla ditta il pagamento di 10 milioni di dollari come risarcimento e 62 come azione punitiva per non aver «avvertito i clienti» ed aver agito «in malafede» sulle possibili complicazioni relative all’uso prolungato di talco

La donna, Marvin Salter, 62 anni, morta per cancro alle ovaie, usava il talco Johnson&Johnson da anni. Il verdetto è arrivato dopo 5 ore di camera di consiglio ed è chiaro che Johnson&Johnson, forse il più grande produttore al mondo di prodotti sanitari già al centro di critiche per lo shampoo «che non fa piangere» dedicato ai bambini, impugnerà la sentenza. Il prodotto in questione è il Baby Powder.
Gli avvocati del figlio della donna hanno sostenuto che il gruppo sapeva dei rischi di cancro del prodotto e ha omesso di informare i consumatori. Si tratta del primo verdetto del genere, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello «Sportello dei Diritti», che potrebbe aprire la porta agli oltre mille casi simili già avviati nei tribunali statunitensi e secondo alcuni esperti molti altri potrebbero seguire.
Da anni al centro di polemiche da parte dei consumatori per l’utilizzo ad esempio di diossano e formaldeide, considerati come elementi probabilmente cancerogeni per l’uomo, la Johnson&Johnson si è impegnata ad eliminare dai suoi prodotti ogni tipo di sostanza considerata pericolosa. Rimane però sul banco degli imputati l’uso costante del talco, minerale naturale composto di magnesio, silicio, ossigeno e idrogeno



fonte: ecodibergamo

Il cioccolato fa bene al cervello: chi lo mangia è più "intelligente"

Mangiare cioccolato almeno una volta a settimana potrebbe potenziare le funzioni cognitive. E' quanto dimostra uno studio della University of South Australia pubblicato sulla rivista Appetite. Il "segreto" è racchiuso nei flavonoidi, una famiglia di antiossidanti che hanno già dimostrato benefici per la salute cardiovascolare. Secondo i ricercatori il cioccolato "migliore" per diventare più "intelligenti" è quello fondente, ma risultati positivi sono stati osservati anche con il tipo al latte. La raccomandazione è, ovviamente, quella di non esagerare con le dosi.

I test - Lo studio ha coinvolto 968 consumatori di cioccolato tra 23 e 98 anni, seguendoli per un trentennio. L'obiettivo era quello di verificare se ci fossero effetti a lungo termine sulle funzioni cognitive. I partecipanti sono stati quindi sottoposti a una serie di test per valutare le performance cerebrali in vari ambiti (memoria visiva, di lavoro, verbale). I risultati sono stati ampiamente positivi.

Contro il declino cognitivo - L'effetto benefico è stato registrato in seguito al consumo settimanale di qualsiasi tipo di cioccolato. Gli scienziati hanno osservato in particolare un miglioramento della memoria spazio-visuale e organizzativa e del ragionamento astratto. In questo senso "l'assunzione regolare dei flavanoidi presenti nel cacao può rallentare il declino cognitivo legato all'età", hanno spiegato i ricercatori australiani.


Fonte:tgcom24

giovedì 7 gennaio 2016

Il vino rosso fa bene, anzi no. Il dietrofront del Regno Unito

Il vino rosso fa bene, anzi no. Dietrofront sul ruolo del nettare di Bacco per la salute: appare nelle linee guida sul consumo di alcol che gli esperti del governo britannico si preparano a pubblicare in un report a firma del Chief Medical Officer inglese, Sally Davies. Come riportato da “The Sun”, lo studio metterà in crisi la credenza ormai diffusa in tutto il mondo che il vino rosso possa ridurre il rischio di cancro, malattie cardiovascolari e demenza se consumato con moderazione. Nel primo documento Oltremanica sul tema in oltre 20 anni, ai medici sarà ricordato che non esiste un livello di consumo sicuro di alcol, dato che anche piccole quantità possono aumentare il rischio di alcuni tumori.
La stesura del report è stata avviata nel 2012 e contiene tutte le ultime scoperte scientifiche sul consumo di alcol. Attualmente il consiglio delle autorità sanitarie è, per gli uomini, di non consumare oltre 3-4 unità di alcolici al giorno, mentre le donne si dovrebbero fermare a 1-3 unità. Secondo le nuove linee guida, non ci dovranno essere più queste differenze ‘di genere’ e verrà consigliato di astenersi dal bere per almeno due giorni a settimana per consentire al fegato di rigenerarsi.


Sesso e contraccezione: i comportamenti delle donne

Ancora oggi è scarsa l’informazione delle ragazze su sessualità e contraccezione. Le giovani ricorrono, in assenza di un dialogo in famiglia, alla tecnologia e al confronto tra pari, sperimentando una sessualità sempre più precoce.
Nel confronto tra generazioni a cui si assiste oggi, quando anziani, adulti e giovani dialogano tra loro su sesso e contraccezione, si riscontrano di sicuro diversità, ma anche continuità.

Le ragazze tra i 18 e 24 anni raccontano, come le loro mamme e nonne, che in famiglia non c’è stato modo di avere orientamenti e informazioni su queste tematiche: in questo la rivoluzione sessuale nel frattempo intercorsa non ha portato variazioni sostanziali, ma a differenza delle giovani di qualche generazione fa, oggi internet permette di recuperare individualmente le carenze familiari, anche se si sa che la rete non sempre è portatrice di corrette informazioni.

“Il sesso per 3 ragazze su 4 è molto importante, ma 1 su 4 riferisce di viverlo come qualcosa che bisogna fare per integrarsi con il gruppo– riferisce Isabella Cecchini, Direttore del Dipartimento Salute di GfKEurisko, che ha curato una recente ricerca su sesso e contraccezione – Le giovani donne scoprono precocemente il sesso, ma senza un’adeguata preparazione. La sessualità viene vissuta in maniera più naturale di un tempo, ma in modo superficiale e con poca emotività e romanticismo; ciò denota una scarsa maturità affettiva dovuta in parte alla precocità d’inizio e in parte al cambiamento dei modelli culturali di riferimento”.

Potremmo in sintesi definire quella delle ragazze di oggi una sessualità vissuta come lontana e sganciata dai legami affettivi, in cui non spicca la gestione responsabile della contraccezione, a dispetto della informazione disponibile e rintracciabile. Le giovani donne parlano e si informano di sesso e di metodi contraccettivi su internet (75%), con il proprio partner (54%), con il ginecologo (51%),con le amiche (50%) e solo dopo tutti questi arriva la figura materna (23%), lasciando in ultima posizione la televisione e le riviste.Circa le azioni contraccettive, il 40% delle giovani non usa alcun metodo contraccettivo, mentreil 18% utilizza la contraccezione ormonale (pillola).Sorprende però che spesso la pillola venga dimenticata: oltre un quarto delle donne hanno dimenticato almeno una volta di assumere la pillola nell’ultimo mese. Da viarie ricerche emerge la ricerca di una contraccezione innovativa da parte delle giovani,come il cerotto settimanale o l’anello contraccettivo


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