lunedì 21 marzo 2016

HOW DO YOU SEE ME? LA SINDROME DI DOWN



Il 21 marzo si celebra l'11ma edizione della Giornata Mondiale sulla Sindrome di Down (o Trisomia 21) attraverso la campagnaHow do you see me? (#HowDoYouSeeMe e #WDSD16). Il tema di quest'anno è vivere una vita ricca di relazioni sociali soddisfacenti grazie al supporto della comunità, della famiglia, degli amici, dei colleghi di lavoro, dicendo no alla discriminazione e ai pregiudizi. CoorDown Onlus ha lanciato, in collaborazione con Saatchi & Saatchi New York, la campagna di sensibilizzazioneattraverso il video How do you see me? 
Protagonista del video è AnnaRose, una giovane ragazza con sindrome di Down che racconta la sua vita. Una vita piena di significato, ricca di opportunità, di amicizie e di affetto, ma anche di sfide e momenti di difficoltà. Questa vita prende forma sullo schermo grazie all'attrice Olivia Wilde. La metafora intende stimolare una riflessione su come le persone con sindrome di Down vedano se stesse e su come siano spesso vittime di discriminazioni basate su preconcetti e aspettative stereotipate.
«Con questo film vogliamo contribuire a un cambiamento culturale. Solo quando la disabilità sarà percepita come una delle sfaccettature della diversità si potrà davvero fare inclusione, riconoscendo l’unicità di ogni individuo. L’obiettivo è far volgere lo sguardo oltre gli stereotipi, costruire un nuovo immaginario collettivo e promuovere un’alfabetizzazione alla disabilità», spiega il presidente di CoorDown Onlus Sergio Silvestre.















sabato 12 marzo 2016

Lazio. Bissoni: “Programmi operativi 2016-18 garantiranno definitivo sblocco del turn over”

Lo ha annunciato il subcommissario per l’attuazione del Piano di rientro, durante la Conferenza dei servizi del San Camillo. Il direttore della cabina di regia della sanità, Alessio D'Amato, ha sottolineato che “stiamo andando verso uscita deficit, garantendo risarcimento fiscale a imprese e cittadini". Il dg dell'A.O, Antonio D'Urso, ha garantito che “i 20 posti letto di rianimazione sono operativi”. Amarezza e insoddisfazione sul fronte sindacale.


I Programmi operativi della sanità laziale, che riguarderanno il triennio 2016-18, consentiranno “di uscire dal meccanismo che ha determinato il blocco del turn over che spesso si è tradotto in tagli lineari e permetteranno di abbandonare le dinamiche dei vincoli a priori, ripristinando una politica ordinaria di gestione del personale”. Lo ha garantito il subcommissario per l’attuazione del Piano di rientro, Giovanni Bissoni, nel corso della Conferenza dei servizi dell’Azienda ospedaliera San Camillo che ha registrato un’importante novità. I nuovi piano di riordino ospedaliero, inseriti nell’ultima Legge di stabilità, “prevedono il raggiungimento del pareggio di bilancio nel triennio – ha ricordato Bissoni – Tuttavia il perseguimento dell’equilibrio dei conti necessita di tempi fisiologici, soprattutto per quanto riguarda strutture della portata del San Camillo, quindi il termine dei tre anni potrà essere rimodulato, anche perché in caso contrario si rischierebbe di uccidere l’azienda”.

Allo stato attuale il buco di bilancio dell’Azienda ospedaliera ammonta a circa 158 milioni ma, ha spiegato il subcommissario del Lazio, “criteri e parametri di valutazione potrebbero essere rivisti, comportando un abbassamento del deficit pari al 30%. Nel caso del San Camillo si scenderebbe così a circa 90 mln”. Nel complesso l’azione di riordino ospedaliero “regge soltanto se in parallelo si attua il riordino territoriale. Allo stesso tempo “occorre rinsaldare le procedure di accreditamento, che non possono consistere esclusivamente in un’autorizzazione rafforzata, ma che devono implicare anche una valutazione dei processi assistenziali”.

Il Lazio ha comunque avviato un percorso che, in tempi stretti, dovrebbe finalmente condurlo all’uscita da un Piano di rientro in atto dal febbraio del 2007. “Allora il buco era di 1,3 mld, mentre oggi siamo riusciti a scremarlo sino a 0,3 milioni – sottolinea Alessio D’Amato, direttore della cabina di regia della sanità nel Lazio – E allo stato attuale possiamo evidenziare il margine operativo con il segno meno più tenue degli ultimi anni”. Tutto ciò significa “poter garantire un autentico risarcimento fiscale a cittadini e imprese, che hanno pagato il maxi deficit in sanità con un aumento enorme delle addizionali e degli oneri. Stiamo rimettendo a posto i conti, ma contestualmente riportiamo i Lea del Lazio sopra la soglia di criticità, un’autentica novità per la regione: abbiamo superato la quota minima di 160, raggiungendo la cifra di 168”. Per questo, chiarisce D’Amato, “anche la nuova normativa sui Piani di rientro delle aziende ospedaliere non potrà non tener conto del percorso che abbiamo già intrapreso”.

Il direttore generale del San Camillo, Antonio D’Urso, ha radiografato nel dettaglio le ultime novità in seno all’azienda, ricordando che “la struttura è enorme e misura quanto 40 campi da calcio”. In particolare ha evidenziato “la realizzazione di 20 posti letto di rianimazione che stanno iniziando ad essere operativi in questi giorni; il finanziamento della Regione sul nuovo Pronto soccorso e l'approvazione del progetto per la nuova maternità. Si tratta di traguardi enormi che miglioreranno la qualità delle cure e la sicurezza". Obiettivo importante è anche quello di trasformare la Piastra nel centro nevralgico del San Camillo. “Vogliamo potenziare le eccellenze e le linee chirurgiche- ha riferito- soprattutto tramite la valorizzazione della cardiochirurgia e attraverso cinque nuove sale operatorie al Lancisi che saranno pronte a fine mese. Ma anche grazie alla concentrazione dell'alta complessità nella Piastra. Altra priorità riguarderà la separazione tra urgenza ed elezione, un nodo non più eludibile”.

Sul fronte sindacale sembrano, invece, prevalere amarezza e delusione. “La Regione ci dica se dobbiamo essere un ospedale di alta specializzazione oppure del territorio – ha chiesto Sandro Petrolati, segretario aziendale dell’Anaao Assomed – Con le attuali risorse finanziarie e di personale è infatti impossibile assurgere a entrambe le funzioni. Nonostante l’iniezione garantita dal Giubileo, le dotazioni organiche sono ancora insufficienti e ci sono ancora struttura in cui buona parte delle apicalità è costituita da precari. Senza dimenticare che i supporti informatici versano in condizioni drammatiche e che la sicurezza nell’ospedale scarseggia”. Sulla stessa lunghezza d’onda Andrea Fidanza, coordinatore Rsu. “L’età media degli operatori – ha osservato è sempre di 56 anni e, progressivamente, si stanno chiedendo sempre maggiori sforzi a fronte di riconoscimenti economici decrescenti. Questo avviene perché la Regione è riuscita effettivamente a migliorare i conti, ma facendo cassa esclusivamente sul personale”.

Gennaro Barbieri



Fonte: quotidiano sanità.it

Lombardia. Cgil conferma sciopero il 7 aprile: “Subito piano assunzioni in sanità per garantire i servizi”

“Contestiamo la decisione di assumere nuovo personale per i pronto soccorso e le terapie intensive riducendo gli organici attuali degli altri reparti e in più reperendo i 25 milioni necessari tagliando gli attuali budget di spesa per il personale”.


La Regione da un lato chiede al governo nazionale di rivedere i vincoli finanziari che impedirebbero nuove assunzioni, con il taglio dei costi del personale nella misura dell’1,4% della spesa del 2004. Ma dall’altro non perde il vizio di prendere decisioni che riguardano direttamente la vita del personale delle aziende sanitarie evitando il confronto con i rappresentanti dei lavoratori. E’ l’accusa formulata all’amministrazione da parte della Funzione Pubblica Cgil Lombardia.

Il 29 febbraio, riferisce il sindacato, la Direzione Generale Sanità ha inviato al Ministero della Salute la determinazione dei fabbisogni di personale richiesta per dare la giusta applicazione alla normativa europea sugli orari di lavoro, stabilendo che in Lombardia servono 500 nuove assunzioni di medici e infermieri. “Ora apprendiamo – sottolinea una nota - che i direttori generali delle nuove ASST e ATS hanno rilevato che tra nuovi ingressi e sostituzione del personale in via di pensionamento occorre prevedere oltre 3.000 assunzioni di diverse figure professionali (il 3% dell’attuale forza lavoro), di cui 500 solo per medici e infermieri dei pronto soccorso e per i reparti di terapia intensiva, per un costo di 25 milioni di euro”.

Per la Cgil queste stime potrebbero essere sottodimensionate se si considera il reale stato di efficienza del personale in servizio. Poche settimane fa, infatti, uno studio dell’Università Bocconi ha rilevato come gli attuali organici risentano di pesanti turni di lavoro che, negli anni, li ha resi non pienamente idonei alle mansioni d’assunzione a causa della movimentazione di carichi e pazienti (in Lombardia circa 1.500 sarebbero in questa condizione).

“Contestiamo la decisione di assumere nuovo personale per i pronto soccorso e le terapie intensive riducendo gli organici attuali degli altri reparti e in più reperendo i 25 milioni necessari tagliando gli attuali budget di spesa per il personale. In pratica i nuovi lavoratori potranno essere assunti solo pagandoli con le retribuzioni di chi già oggi è in servizio, mentre i servizi di emergenza e urgenza potranno essere garantiti solo riducendo o chiudendo altri servizi”. Per questo, annuncia il sindacato, giovedì 7 aprile i lavoratori della sanità lombarda sciopereranno assieme agli altri lavoratori pubblici e a quelli della sanità privata per rivendicare i giusti rinnovi contrattuali. Ma anche perché il Governo e la Regione sono parimenti responsabili del progressivo taglio dei servizi ai cittadini attraverso la drastica riduzione del personale.

“Si apra dunque – conclude la nota - una vera vertenza occupazione in Lombardia, per garantire il rispetto del giusto orario di lavoro degli operatori sanitari. Si stabiliscano gli effettivi fabbisogni di organico per garantire servizi di qualità e in sicurezza per i cittadini lombardi. Solo dal confronto vero e responsabile con le rappresentanze dei lavoratori si potranno trovare le migliori soluzioni”.





Fonte: quotidianosanita.it

Sicilia. Gucciardi: “Non pretendiamo elemosine da Roma, ma siano riconosciuti i nostri sforzi”

L’assessore è intervenuto alla presentazione della nuova dotazione organica dell'Asp di Trapani, dove sono previste 971 nuove unità. Per Gucciardi “troppi anni erano passati senza che nella sanità siciliana fossero immesse nuove professionalità, per dare ai siciliani il diritto a un’offerta di salute di qualità”.


“Quando la scorsa estate mi sono insediato la mia prima richiesta è stata quella che gli atti aziendali con le nuove dotazioni organiche delle 17 ASP e aziende sanitarie siciliane fossero predisposti entro il 30 settembre 2015. Troppi anni infatti erano passati senza che nella sanità siciliana fossero immesse nuove professionalità, per dare ai siciliani il diritto a un’offerta di salute di qualità”. Ad affermarlo è stato l’assessore alla sanità della regione Siciliana, Baldo Gucciardi, intervenendo ieri alla presentazione della nuova dotazione organica dell'Asp di Trapani. Nel suo intervento Gucciardi ha anche definito “un atto di giustizia rimodulare il tetto di spesa del personale sanitario per le varie Asp riequilibrandolo, pur mantenendo invariata la spesa complessiva di 2 miliardi e 365 milioni di euro”.

L’assessore ha quindi voluto sottolineare i risultati raggiunti dalla Sanità siciliana: “Pochi se ne sono accorti ma la sanità siciliana a differenza di altre regioni, dopo lo scorso  25 novembre con l’obbligo del tempo massimo di lavoro settimanale e del riposo minimo garantito, non è andata in tilt, grazie all’impegno e al sacrificio di tutti gli operatori, così come pochi si sono accorti che il ministero della Salute ha certificato come la Sicilia sia all’ottavo posto tra le regioni per quanto riguarda i Lea, i livelli minimi di assistenza, prima regione del Sud, o che vi sono regioni cosiddette virtuose che hanno percentuali di punti nascita sotto i 500 parti l’anno più alte di noi. Abbiamo avviato un percorso virtuoso – ha concluso Gucciardi -, non pretendiamo elemosine da Roma, ma che vengano riconosciuti i nostri sforzi”.

La nuova dotazione organica dell'Asp di Trapani Con l’emanazione del decreto dell’assessore regionale alla Salute con cui si approva l’”Atto aziendale dell’Azienda sanitaria provinciale di Trapani”, è giunto a conclusione l’iter procedurale del nuovo assetto organizzativo e di risorse umane predisposto con la delibera del direttore generale n.3913 del 28 settembre 2015. “Abbiamo ridisegnato la rete ospedaliera di questa ASP – ha detto il direttore generale dell’Asp, Fabrizio De Nicola - nel rispetto del tetto di spesa che con l’incremento determinato dall’Assessorato, raggiunge così 191 milioni 463 mila euro. La necessità quindi è stata da un lato quella di dover garantire  il suindicato tetto di spesa, dall’altro i LEA ( i livelli essenziali di assistenza)  previsti dal ministero, sia nell’area ospedaliera che territoriale. Abbiamo così definito la nuova dotazione organica, per un numero complessivo di  4.176 unità di personale (rispetto alle 3.665 della precedente dotazione del 2011). Si tratta così di 511 unità in più ( 101 medici e 404 unità di comparto)  che permetteranno di garantire i LEA in tutte le strutture dell’Azienda, con particolare attenzione alle  Aree di Emergenza e Punti nascita, avendo previsto al riguardo un incremento di personale nei Pronto Soccorso, in relazione alla presenza di OBI (Osservazione Breve Intensiva) e di attività di Triage, i cui posti letto sono stati oggi attivati in tutti i presidi ospedalieri dell’ASP”.

Non solo. “In questi anni – ha aggiunto De Nicola –in cui non abbiamo potuto reintegrare con nuove assunzioni il personale che è andato in pensione,  anche il numero della vecchia pianta organica è decresciuto con la perdita di 235 medici e 225 di comparto, tra infermieri, operatori socio sanitari e ausiliari. Pertanto le nuove assunzioni previste – ha aggiunto - sono così di ben 971 unità, che consente di incrementare tutte le strutture ospedaliere della provincia”.

E’ stato inoltre previsto l’inserimento di alcune figure professionali ritenute strategiche, per i compiti di programmazione, pianificazione, controllo e gestione aziendale, informatizzazione dei servizi, gestione delle risorse energetiche, internal auditor, statistici (registro tumori), fisici sanitari, assistenti sociali. Le nuove assunzioni permetteranno inoltre di attivare tutti i posti letto dei nostri presidi ospedalieri,  e così ad esempio l’ospedale di Trapani dai 258 posti letto passerà a 330, quello di Marsala da 117 a 196 e Mazara del Vallo da 52 a 128.

“Attiveremo una task force – ha proseguito il direttore generale – che si occuperà di attivare tutte le procedure di stabilizzazione , di mobilità e concorsuali, per accelerare al massimo il percorso”.

In una nota la Asp cita infine alcune strutture attivate o in vista di realizzazione: a Trapani si crea un Polo Cardiovascolare con Chirurgia vascolare ed emodinamica, mentre la Neurologia avrà la neuroriabilitazione e la rete di Stroke Unit di II livello, e la Radiodiagnostica sarà dotata di screening mammografico e di Medicina nucleare, con la nuova PET che sarà inaugurata nelle prossime settimane. Infine per completare le strutture dedicate alla oncologia, è prevista la realizzazione di una struttura di Radioterapia con quattro posti letto.

Ad Alcamo sarà attivata una nuova Unità dipartimentale di Screening Colon-rettale ed Endoscopia chirurgica. A Pantelleria all’ospedale, che passerà da 18 a ben 42 medici, si è dovuto sospendere temporaneamente l’attività del Punto Nascita di Pantelleria, nelle more della sua messa in sicurezza, garantendo l’assistenza prenatale di base e dell’evento nascita presso l’ospedale isolano esclusivamente per le gravidanze a basso rischio, mentre l’assistenza addizionale per complicanze moderate e/o severe, fino all’espletamento del parto, viene garantita dal Punto Nascita di 2° livello del P.O. “S. Antonio Abate” di Trapani, e mantenendo l’elisoccorso H24, , mentre è allo studio di fare di Pantelleria un hub che serva anche le Pelagie.

Nell’ospedale di Marsala vengono implementate alcune strutture ospedaliere specialistiche come Urologia, istituite unità operative complesse di malattie infettive, chirurgia plastica con Breast – Unit, di diabetologia e unità operative semplici di Pneumologia e di chirurgia laparoscopica, mentre permarrà un servizio ambulatoriale di Oculistica che continuerà ad effettuare le prestazioni specialistiche fino a oggi erogate, come le consulenze per il pronto soccorso, i day service, gli esami del campo visivo, le fluorangiografie. “L'assessore – spiega la Asp - comunque verificherà se il decreto Balduzzi permetterà di istituire l'unità”.

A Salemi è istituita una UOC di Chirurgia Generale con 12 posti letto, mentre la struttura di Riabilitazione, con 32 posti letto, sarà capofila provinciale. A Castelvetrano saranno mantenute le specialistiche di carattere generale, compresa la pediatria e l’Oncologia con Oncoematologia, e in più verranno attivati 16 posti letto di Lungodegenza aggregati alla Medicina Generale e un Servizio di Stroke Unit per la cura dell’ictus. Nel nuovo ospedale di Mazara del Vallo, in via di completamento, viene istituita una struttura di chirurgia oncologica presso la chirurgia generale a corredo di un indirizzo prevalentemente oncologico del presidio, per il quale è prevista anche la Radioterapia. Verrà attivata anche la gastroentorologia con 4 posti letto e una struttura semplice di Ortopedia e una di Riabilitazione.



Fonte: http://www.quotidianosanita.it