Tolgono le padelle, svuotano i pappagalli, lavano i sederi, imboccano i malati e rifanno i letti. Per gli infermieri laureati il demansionamento previsto dal Jobs Act di Renzi è già realtà.
Ma ieri negli ospedali romani i pannoloni sono rimasti zuppi, i pappagalli pieni, bloccati gli interventi d’elezione, 30mila su scala nazionale, e niente prelievi e radiografie, piazzette di San Camillo e Umberto I zeppe di ambulanze ferme. «Dal Policlinico sono state dirottate al San Camillo - conferma Stefano Barone delegato aziendale Nursind - il pronto soccorso è andato in tilt, alle tre del pomeriggio c’erano 110 persone in attesa», «130» alla stessa ora all’Umberto I.
Fa male lo sciopero del Nursind. «Senza infermieri non c’è futuro», c’era scritto sulle magliette bianche che in mille hanno indossato ieri mattina, davanti a Montecitorio, in rappresentanza dei 1.800 iscritti al sindacato di Roma e provincia, 25mila in tutt’Italia, di cui 21 mila nel servizio sanitario nazionale. Ma alla protesta contro «turni massacranti», «blocco del turn over», contratto collettivo «non rinnovato da 6 anni», stipendi «più bassi della media europea» è stata «condivisa» dai 270mila infermieri nelle corsie degli ospedali italiani. «Hanno appiccicato sulla divisa l’adesivo "Io aderisco"» confermano Andrea Bottega, segretario nazionale Nursind e Marco Lelli segretario provinciale. Idealmente in piazza la metà dei 500mila lavoratori della sanità pubblica, «spina dorsale del Ssn». A strombettare e svociarsi. «Aspettiamo il rinnovo del contratto e invece contra-rremo l’Ebola» indicano la scritta su un cartello Laura Ambrosini coordinatrice territoriale degli infermieri Asl RmB e Veronica D’Ignazi, infermiera al Pertini, dove hanno tirato su una tenda rossa anti-ebola dicono Claudio Pace delegato Nursind Asl RmB e Stefania Ghirelli, 38 anni, segretaria aziendale. Viene dal San Giovanni Valentina Tirelli, 35 anni. Dalla RmC Antonio Crescente. Tanti i precari.
Tommasina Giuliani, 46 anni, «da 10 anni» lavora «solo con le sostituzioni maternità» al Goretti di Latina. Dorina Caldarescu, pisana, «fa l’elastico». Emanuele Sileri, 34 anni, sposato con due figli, è «finto socio» di coop sociale «onlus per finta». «Ogni due anni fallisce e cambia nome, e nessuno può rivendicare i contributi». Chi dovrebbe controllare? «Il collegio Ipavsi presieduto dalla senatrice Pd Annalisa Silvestro». «Fateci fare il nostro mestiere perbene» grida Ivan Cavicchi, docente di Filosofia di medicina a Tor Vergata. Sul filo del rasoio gli infermieri del Cristo Re. «In attesa del passaggio alla nuova proprietà» dice Ivan Stivari, 34 anni. Lunedì protestano i medici.
Il 14 novembre il sit-in di Cgil Fp, Cisl Fp e Uil Fpl per la mobilitazione pubblico privato. Intanto si profila una «denuncia» all’Autorità di garanzia. «Per le lettere di precettazione inviate fuori tempo massimo - spiega Lelli - così molti lavoratori non hanno avuto la libertà di scegliere se aderire allo sciopero».
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