giovedì 25 febbraio 2016

All’Asp di Palermo sarà una Festa della donna all’insegna della prevenzione

Sara’ possibile effettuare gratuitamente mammografia, pap test e sof test

PALERMO, 25 febbraio - Festa della donna all’insegna della prevenzione. E’ la proposta dell’Asp di Palermo che il prossimo 8 marzo aprirà i battenti di ospedali ed ambulatori per il primo “Open day” del 2016. Medici, tecnici e personale dedicato all’accoglienza dell’Azienda sanitaria provinciale garantiranno gratuitamente mammografia e pap-test alle donne che rientrano nella fascia d’età individuata dai programmi di screening: 50-69 anni per la prevenzione del tumore al seno e 25-64 anni per il carcinoma del collo dell’utero. Nell’ambito del progetto di prevenzione del tumore al colon-retto sarà distribuito il sof test (per la ricerca del sangue occulto nelle feci).
“Il programma delle iniziative sulla prevenzione – ha spiegato il direttore generale dell’Asp di Palermo, Antonio Candela - prenderà il via quest’anno l’8 marzo perché vogliamo regalare a tutte le donne una festa all’insegna della prevenzione. I nostri ambulatori saranno aperti dalle ore 9 alle 19 per offrire gratuitamente tutte quelle prestazioni che ci hanno consentito negli ultimi anni di salvare tante vite umane”.
Sono 8 le strutture di città e provincia dell’Asp coinvolte nell’iniziativa: Villa delle Ginestre, l’Ex IPAI di via Carmelo Onorato, l’Ospedale Ingrassia ed il PTA (Presidio Territoriale di Assistenza) Enrico Albanese, mentre in provincia all’Ospedale di Partinico, al “Cimino” di Termini Imerese, al “Dei Bianchi” di Corleone” ed al PTA di Bagheria.
Per ogni utente che si sottoporrà allo screening, verrà redatta una cartella clinica. In caso di test positivo, l'utente sarà avviato ad un percorso programmato e pianificato di approfondimento diagnostico e terapeutico del tutto gratuito, nel rispetto di rigorosi indicatori di qualità previsti a livello nazionale e internazionale.
“Lo scopo – ha sottolineato Candela - è di diagnosticare precocemente la malattia in una fase asintomatica in cui il trattamento ha un’elevata probabilità di successo”.
Sono coinvolte nell’iniziativa la LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori), l’Associazione “Serena a Palermo” e l’Airc (Associazione italiana ricerca sul cancro) Sicilia.



fonte:http://www.monrealenews.it/

Assenteismo: Asl LE licenzia infermieri

(ANSA) - LECCE, 23 FEB - La dirigenza della Asl di Lecce ha comunicato di aver attivato un procedimento disciplinare nei confronti di sei operatori e di un direttore di struttura complessa dell'azienda accusati a vario titolo di assenteismo e mancata vigilanza. Sono stati licenziati cinque tra operatori socio-sanitari e infermieri in servizio al pronto soccorso dell'ospedale 'Delli Ponti' di Scorrano mentre per il direttore e il coordinatore infermieristico dello stesso reparto è scattata la sospensione dal servizio - rispettivamente per tre e quattro mesi - con privazione dello stipendio per mancata vigilanza del personale assegnato. La sanzione del licenziamento disciplinare con preavviso è stata adottata dopo l'accertamento di numerosi giorni di assenza ingiustificata nel 2015 in applicazione di quanto previsto dalla cosiddetta riforma Brunetta. Il provvedimento scaturisce da una indagine interna avviata in seguito ad un esposto anonimo arrivato alla direzione della Asl.


Concorso infermieri, 2.700 per 5 posti - Torino, da tutta Italia al Palazzetto dello Sport Palaruffini

(ANSA) - TORINO, 24 FEB - Sono arrivati da tutta Italia al Palaruffini di Torino per contendersi cinque posti di infermiere: 2.700 persone hanno partecipato alla preselezione del concorso indetto dall'Asl To3 di Collegno e dall'azienda San Luigi di Orbassano. Una partecipazione superiore alle attese della Commissione d'esami dal momento che in genere ai concorsi pubblici partecipa fra il 50 e il 60% di chi ha inoltrato mesi prima la domanda: in questo caso 3.600, quindi la stima era dai 1.800 ai 2.000 arrivi.
    Tutte le procedure si sono svolte in modo regolare: l'arrivo dei candidati entro le 10, la registrazione veloce grazie a decine di postazioni, la sistemazione nel palazzetto, la chiusura delle porte esterne alle 12. Solo sei i candidati che dopo avere preso posto per la prova hanno cambiato idea e hanno abbandonato il concorso.
    La graduatoria sarà valida per tre anni - ricorda la Asl To3 - e consentirà di acquisire gli infermieri di cui le due aziende hanno necessità secondo le disposizioni regionali.



Olio di palma: interviene l'Istituto Superiore di Sanità

Su richiesta del Ministero della Salute, l'Istituto Superiore di Sanità ha elaborato un parere sulle conseguenze per la salute dell'utilizzo dell'olio di palma come ingrediente alimentare.
Questa sostanza è salita alla ribalta del grande pubblico per i possibili effetti dannosi sulla salute.
L'olio di palma, infatti, è un ingrediente largamente impiegato nell'industria alimentare e rappresenta una rilevante fonte di acidi grassi saturi. Esso è infatti composto per il 50% da acidi grassi saturi (quasi esclusivamente acido palmitico), per il 40% da acidi grassi monoinsaturi (acido oleico) e per il restante 10% da acidi grassi poliinsaturi (acido linoleico).
Su incarico del Ministero, l'Istituto Superiore di Sanità ha stimato il contributo dell'olio di palma all'assunzione complessiva di acidi grassi saturi con la dieta.
Infatti, oltre a quelli contenuti nell'olio di palma aggiunto agli alimenti durante la trasformazione industriale, acidi grassi saturi vengono assunti attraverso il consumo di molti alimenti non trasformati che li contengono naturalmente, come latte e derivati, uova e carne.
Nel complesso, i principali organismi sanitari nazionali e internazionali raccomandano livelli di assunzione di acidi grassi saturi non superiori al 10% delle calorie totali.
Le stime di assunzione di acidi grassi saturi effettuate dall'Istituto Superiore di Sanità riportano un consumo nella popolazione generale adulta di circa 27 grammi al giorno, con un contributo dell'olio di palma stimato tra i 2,5 e i 4,7 grammi. Nei bambini di età 3-10 anni, le stime indicano un consumo di acidi grassi saturi tra i 24 e 27 grammi al giorno, con un contributo di saturi da olio di palma tra i 4,4 vs. 7,7 grammi.
Queste stime sono state ottenute utilizzando come riferimento i dati dei consumo degli alimenti in Italia riferiti agli anni 2005-2006 (gli unici disponibili al momento) e che quindi un aggiornamento di questi possa portare a definire diversi livelli di esposizione agli acidi grassi saturi da parte della popolazione italiana, tanto più che negli ultimi dieci anni si è osservato un trend di crescita delle importazioni in Italia di olio di palma a scopo alimentare, trend che sottende lo spostamento dell'industria alimentare dall'uso di margarine e burro, a quello di olio di palma.
Complessivamente emerge che il consumo totale di acidi grassi saturi nella popolazione adulta italiana è di poco superiore (11,2%) all'obiettivo suggerito per la prevenzione (inferiore al 10 % delle calorie totali giornaliere). Il consumo complessivo di grassi saturi nei bambini tra i 3 e i 10 anni risulta superiore all'obiettivo fisso del 10%. Occorre tuttavia considerare che i dati di assunzione nelle fasce di età tra i 3 e 10 anni unificano età in cui i consumi si differenziano in maniera significativa e vanno pertanto interpretati con cautela, tenendo anche presente il maggior fabbisogno fisiologico di grassi saturi nei neonati e nei primi anni di vita.
L'Istituto Superiore di Sanità conclude che non ci sono evidenze dirette nella letteratura scientifica che l'olio di palma, come fonte di acidi grassi saturi, abbia un effetto diverso sul rischio cardiovascolare rispetto agli altri grassi con simile composizione percentuale di grassi saturi e mono/poliinsaturi, quali, ad esempio, il burro. Il minor effetto di altri grassi vegetali, come ad esempio l'olio di girasole, nel modificare l'assetto lipidico plasmatico è dovuto al minor apporto di acidi grassi saturi e al contemporaneo maggior apporto di polinsaturi. Il suo consumo non è correlato all'aumento di fattori di rischio per malattie cardiovascolari nei soggetti normo-colesterolemici, normopeso, giovani e che assumano contemporaneamente le quantità adeguate di polinsaturi. Nel contempo, fasce di popolazione quali bambini, anziani, dislipidemici, obesi, pazienti con pregressi eventi cardiovascolari, ipertesi possono presentare una maggiore vulnerabilità rispetto alla popolazione generale. Per tale ragione, nel contesto di un regime dietetico vario e bilanciato, comprendente alimenti naturalmente contenenti acidi grassi saturi (carne, latticini, uova), occorre ribadire la necessità di contenere il consumo di alimenti apportatori di elevate quantità di grassi saturi


TUMORI, USA IL TALCO E MUORE PER UN CANCRO: MULTINAZIONALE CONDANNATA

Con una storica sentenza un tribunale dello stato Usa del Missouri ha ordinato alla multinazionale americana Johnson & Johnson (J&J) di pagare 72 milioni di dollari (l’equivalente di più di 65 milioni di euro) alla famiglia di una donna morta di cancro secondo cui il decesso è stato provocato dall’uso prolungato del borotalco.

Il giudice ha infatti imposto alla ditta il pagamento di 10 milioni di dollari come risarcimento e 62 come azione punitiva per non aver «avvertito i clienti» ed aver agito «in malafede» sulle possibili complicazioni relative all’uso prolungato di talco

La donna, Marvin Salter, 62 anni, morta per cancro alle ovaie, usava il talco Johnson&Johnson da anni. Il verdetto è arrivato dopo 5 ore di camera di consiglio ed è chiaro che Johnson&Johnson, forse il più grande produttore al mondo di prodotti sanitari già al centro di critiche per lo shampoo «che non fa piangere» dedicato ai bambini, impugnerà la sentenza. Il prodotto in questione è il Baby Powder.
Gli avvocati del figlio della donna hanno sostenuto che il gruppo sapeva dei rischi di cancro del prodotto e ha omesso di informare i consumatori. Si tratta del primo verdetto del genere, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello «Sportello dei Diritti», che potrebbe aprire la porta agli oltre mille casi simili già avviati nei tribunali statunitensi e secondo alcuni esperti molti altri potrebbero seguire.
Da anni al centro di polemiche da parte dei consumatori per l’utilizzo ad esempio di diossano e formaldeide, considerati come elementi probabilmente cancerogeni per l’uomo, la Johnson&Johnson si è impegnata ad eliminare dai suoi prodotti ogni tipo di sostanza considerata pericolosa. Rimane però sul banco degli imputati l’uso costante del talco, minerale naturale composto di magnesio, silicio, ossigeno e idrogeno



fonte: ecodibergamo

Il cioccolato fa bene al cervello: chi lo mangia è più "intelligente"

Mangiare cioccolato almeno una volta a settimana potrebbe potenziare le funzioni cognitive. E' quanto dimostra uno studio della University of South Australia pubblicato sulla rivista Appetite. Il "segreto" è racchiuso nei flavonoidi, una famiglia di antiossidanti che hanno già dimostrato benefici per la salute cardiovascolare. Secondo i ricercatori il cioccolato "migliore" per diventare più "intelligenti" è quello fondente, ma risultati positivi sono stati osservati anche con il tipo al latte. La raccomandazione è, ovviamente, quella di non esagerare con le dosi.

I test - Lo studio ha coinvolto 968 consumatori di cioccolato tra 23 e 98 anni, seguendoli per un trentennio. L'obiettivo era quello di verificare se ci fossero effetti a lungo termine sulle funzioni cognitive. I partecipanti sono stati quindi sottoposti a una serie di test per valutare le performance cerebrali in vari ambiti (memoria visiva, di lavoro, verbale). I risultati sono stati ampiamente positivi.

Contro il declino cognitivo - L'effetto benefico è stato registrato in seguito al consumo settimanale di qualsiasi tipo di cioccolato. Gli scienziati hanno osservato in particolare un miglioramento della memoria spazio-visuale e organizzativa e del ragionamento astratto. In questo senso "l'assunzione regolare dei flavanoidi presenti nel cacao può rallentare il declino cognitivo legato all'età", hanno spiegato i ricercatori australiani.


Fonte:tgcom24